(di Lorenzo Trombetta)
(ANSAmed) - ROMA, 22 MAG - Una delle poche grotte del
Mediterraneo orientale sicure per la foca monaca, mammifero
marittimo in via d'estinzione, rischia di essere distrutta da
lavori per la costruzione di una villa a strapiombo sul mare nel
Libano al collasso economico. Uno scempio, denunciano
organizzazioni ambientalistiche, che avviene sotto col placet di
fatto delle istituzioni centrali e locali libanesi competenti.
L'allarme è stato lanciato da Terre Liban, un'associazione
libanese, secondo cui vicino alla spiaggia di Amshit, 40 km a
nord di Beirut, sono ripresi i lavori per la costruzione di un
edificio privato a due passi dalla celebre Grotta della foca
monaca, dove in certi periodi dell'anno il mammifero marittimo
del Mediterraneo cerca rifugio per riprodursi.
"Il progetto di costruzione sulla spiaggia di Amchit torna a
minacciare la grotta della foca monaca", afferma Terre Liban.
Secondo l'Unione internazionale per la conservazione della
natura (Iucn) la foca monaca è il sesto animale più a rischio di
estinzione su scala globale. In Libano, secondo quanto riferisce
Iucn, l mammifero è "probabilmente estinto" mentre nel
Mediterraneo esistono ancora solo 350-450 esemplari adulti. Gli
esperti affermano che la principale minaccia alla sopravvivenza
della foca monaca è proprio "lo sviluppo residenziale e
commerciale".
Secondo Stefano Lelli, biologo marino con esperienza decennale
nel lavoro in Libano e nel Mediterraneo orientale, "oltre al
potenziale rischio di estinzione, la foca monaca è considerata,
come gli altri mammiferi marini, una specie estremamente
iconica".
Parlando con ANSAmed, il biologo italiano ricorda che la foca
monaca, "in quanto predatore apicale, ovvero predatore di altri
predatori, può contribuire all'equilibrio dell'ecosistema marino
ed è considerato un indicatore di qualità dell'ambiente".
Eppure nei giorni scorsi i lavori per la costruzione di una
villa di lusso vicino alla grotta di Amshit sono ripresi. Gli
attivisti di Terre Liban sono in contatto sia col ministero del
Turismo sia con il comune della località libanese, ma entrambe
le istituzioni hanno dato ragione agli investitori e ai
costruttori. Il sindaco di Amshit, Antoine Issa, ha assicurato
che i lavori sono ripresi dopo aver avuto "l'approvazione del
ministero dell'Ambiente e del Consiglio superiore
dell'urbanistica". Interpellato dalla versione in inglese del
quotidiano libanese L'Orient-Le Jour, il primo cittadino di
Amshit ha detto: "la costa libanese è piena di grotte...anche se
questa venisse distrutta, la foca ha molti altri anfratti dove
stare. Parliamo poi di una foca soltanto, non di cento
foche...".
Il biologo italiano Stefano Lelli suggerisce un ragionamento
diverso. "In un Paese come il Libano, con 220 km di costa
altamente antropizzata, bisogna salvaguardare proprio quei brevi
tratti di costa difficilmente raggiungibili e parzialmente
selvaggi".
Secondo uno studio dell'Università libanese Balamand, l'80%
dei 220 chilometri di costa è infatti privatizzato. Il sindaco
dal canto suo insiste nell'affermare che gli attivisti
ambientali stanno "creando un polverone su questo tema" e
afferma che i proprietari del terreno "hanno il diritto di
costruire sulla loro terra".
La legge libanese sulla protezione ambientale, che risale al
2002, stabilisce che "le spiagge e le risorse naturali della
Repubblica libanese devono essere protetti dai pericoli
dell'inquinamento in tutte le sue forme".
Il braccio di ferro tra chi difende la logica della
speculazione e chi ha a cuore la sorte dell'ecosistema si
inserisce in un contesto di profonda sofferenza socio-economica.
Come ricorda il biologo Stefano Lelli, "la crisi economica,
sociale e politica del Libano ha avuto, e sta avendo, un
pesantissimo impatto sull'ecosistema, in particolare quello
costiero libanese. In questo ambito anche i buoni propositi
delle amministrazioni locali, possono lasciare il passo a
interessi più immediati e redditizi". (ANSAmed).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Libano, la speculazione edilizia mette a rischio la foca monaca
Biologo italiano, il mammifero marittimo rischia l'estinzione