(di Aldo Baquis)
(ANSA) - TEL AVIV, 16 MAG - A pochi chilometri dall'oasi di
Gerico e dalla riva nord del Mar Morto, uno dei luoghi più
frequentati dai turisti, israeliani e stranieri, è il Wadi
Qumran. In questa zona arida del deserto di Giudea gli
escursionisti scendono oggi dai loro torpedoni climatizzati per
intraprendere un viaggio nel tempo che li riporta indietro di
oltre 2.000 anni, quando in questo angolo di terra abitavano i
membri della setta 'Yahad' (gli 'uniti'). Storici antichi li
chiamarono 'Esseni'.
Da questa modesta altura lo sguardo scorre dal Mar Morto
verso uno sperone roccioso più vicino. Qua si trovano le grotte
in cui il secolo scorso furono recuperate centinaia di pergamene
(e anche di papiri) con testi ebraici, aramaici e greci
risalenti ad un periodo compreso fra il terzo secolo a.C, fino
al 68 d.C., quando Qumran fu distrutta dalle legioni romane.
Protetti dal clima secco del deserto questi testi di
importanza straordinaria per la comprensione delle radici
dell'ebraismo e anche del primo cristianesimo si sono conservati
in maniera straordinaria e in buona parte possono essere visti
nel Museo Israel di Gerusalemme. Quella occultata nelle grotte
di Qumran era in effetti una incredibile biblioteca che per
circa due secoli fu custodita, ed arricchita di continuo, dai
membri della setta.
I visitatori vengono condotti in un ambiente che ricrea lo
stile di vita dei membri della setta. E' stato possibile
stabilire che erano organizzati in una sorta di comune:
pranzavano assieme, due volte al giorno, pregavano assieme, e
condividevano con gli altri membri i propri beni personali.
Ritenendosi 'Figli della luce' ('Bney Or'), ossia i prescelti da
Dio, vestivano solo tuniche bianche di lino per ostentare la
propria purezza. I 'mikve' (bagni rituali) ritrovati sul posto
confermano che annettevano grande importanza ad abluzioni
purificatorie quotidiane.
Ai visitatori vengono mostrati anche capi di abbigliamento
trovati nelle grotte della zona compresa fra Qumran e la vicina
fortezza di Massada. Un tipo di sandali senza chiodi, vestiti di
lana, calze. Fra i ruderi vi è anche quanto resta di una sala
definita uno scriptorium. Qui a quanto pare venivano dispiegati
i rotoli delle pergamene per essere compulsati nella loro
interezza. In altri locali i membri della setta si producevano
nella scrittura dei testi con una ottima calligrafia ebraica,
ancora oggi perfettamente leggibile. Secondo quanto spiega la
Autorità israeliana per le antichità, fra i frammenti sono stati
scoperti alcuni testi scritti in apparenza con un codice
segreto. Sono state trovate le loro penne che venivano intinte
in calamai colmi di un inchiostro nero prodotto con cenere,
resina, olio ed acqua. Mentre il calendario ebraico è lunare, a
Qumran si osservava un calendario solare: lo conferma fra
l'altro una meridiana orizzontale trovata sul terreno che mostra
all'interno cinque cerchi concentrici e che indica le
approfondite conoscenze astronomiche dei membri della setta
(confermate anche in uno dei testi trovati nelle grotte).
Secondo alcuni, ci sarebbero anche riferimenti zodiacali. I
membri della setta avevano cognizioni approfondite di medicina,
botanica e mineralogia.
Per decenni i testi rinvenuti a Qumran hanno affascinato
studiosi di numerose discipline. Quello che era all'epoca un
luogo appartato di asceti in aspra polemica teologica con
l'establishment di Gerusalemme, è adesso un polo di attrazione
per turisti incuriositi di avvicinarsi ad una comunità rimasta
numericamente esigua fino alla sua uscita di scena, ma
caratterizzata da orizzonti intellettuali vasti come il deserto
di Giudea. (ANSA).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Qumran, nel deserto la millenaria biblioteca degli ebrei
Torpedoni turistici nell'antico rifugio di una 'comune' ascetica