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In Libano i francescani aprono centro di sviluppo giovanile

A Tripoli a due passi dalle spiagge da dove partono i migranti

In Libano i francescani aprono centro di sviluppo giovanile

Redazione Ansa

(di Lorenzo Trombetta) (ANSAmed) - TRIPOLI, 12 MAG - A due passi dalle spiagge del nord del Libano dove partono sempre più numerosi migranti clandestini diretti in Italia, Padre Quirico Calella, padre francescano da decenni in Medio Oriente, ha aperto il convento che dirige da anni a Tripoli ai giovani e alle famiglie, facilitando la realizzazione di un Centro di sviluppo giovanile incentrato sullo sport, l'arte e la cultura.

Il convento di San Francesco, nel quartiere tripolino di Mina, 90 km a nord di Beirut e vicino al confine con la martoriata Siria, è stato "trasformato in un luogo di vita e di messaggio positivo e di speranza", ha affermato l'ambasciatrice d'Italia in Libano Nicoletta Bombardiere intervenuta all'inaugurazione del centro "Tausport - San Francesco e il Sultano".

"Abbiamo deciso di intitolare così il centro per ricordare l'incontro, più di 800 anni fa, a Damietta in Egitto, tra San Francesco e il Sultano Malek al Kamil", afferma Padre Quirico Calella, in un chiaro riferimento a un episodio storico che secondo molti rappresenta una pietra miliare nel percorso di dialogo tra Cristianesimo e Islam.

Il centro Tausport, inaugurato alla presenza del Custode di Terra Santa, Padre Francesco Patton, comprende un campo da calcio coperto, un campo da basket, una palestra di judo e arti marziali e altre sale ricreative.

Per la realizzazione del progetto, costato più di 350 migliaia di dollari, l'associazione no profit ProTerraSancta ha svolto un lavoro cruciale di raccordo tra donatori privati italiani e il convento. Dal canto suo, Padre Quirico Calella ha provveduto a raccogliere donazioni da attori locali.

"Qui in Libano e in particolare a Tripoli sperimentiamo tutti i giorni il significato della pace e del dare amore, del trovarci l'uno con l'altro, nonostante tutte le difficoltà", ha detto Lia Maamari, giornalista locale intervenuta all'inaugurazione.

"E questo è ciò di cui c'è bisogno per superare assieme la crisi", ha aggiunto in riferimento alla perdurante crisi economica palesatasi in Libano alla fine del 2019.

Nel Paese mediterraneo, secondo l'Onu, più dell'80% della popolazione residente - composta non solo da libanesi ma anche da un numero elevato di profughi siriani fuggiti dalla guerra in corso oltre confine - vive in stato di povertà. La lira locale ha perso più del 96% del suo valore rispetto al dollaro e i servizi essenziali, come acqua, elettricità, medicine, benzina, sono sempre più scarsi, concessi come privilegi o distribuiti a prezzi molto cari.

Tripoli e il nord del Libano sono la regione che soffre maggiormente la crisi. E dalle coste di questa zona negli ultimi due anni è aumentato in maniera esponenziale il numero di tentativi di partenze di migranti clandestini attraverso il Mediterraneo, con direzione l'Italia.

"In questi tempi difficili, in cui la crisi economica colpisce duramente i più bisognosi, e quando la disperazione diventa troppo forte, a volte l'unica strada per sopravvivere sembra quella di partire da questa terra, con mezzi regolari o, peggio, in maniera irregolare", ha ricordato l'ambasciatrice Bombardiere a Tripoli.

"Il compito di tutti noi - ha detto l'ambasciatrice - è quello di contribuire a dare una ragione in più per restare nella propria terra, una ragione più valida e forte della tentazione di partire".

In questo senso, Padre Patton ha elogiato il lavoro fatto da Padre Quirico Calella dentro e attorno al convento francescano: "lo sport è un mezzo per conoscere assieme la vita, qui si può imparare a cooperare gli uni con gli altri, ad avere spirito di squadra, ad accettare l'altro, ad avere fiducia reciproca, a crescere e a svilupparsi".(ANSAmed). (ANSAMed).

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