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Study in Sicily, il sogno di oltre duemila giovani egiziani

L'attrattiva delle borse di studio europee della Regione Sicilia

Redazione Ansa

IL CAIRO - La Sicilia in questi mesi è il sogno di almeno duemila giovani egiziani, ma il loro tam-tam potrebbe averne influenzato molti altri, che vorrebbero studiare nell'isola attraverso "Study in Sicily", l'iniziativa nata per attrarre studenti del Mediterraneo a svolgere periodi di studio o formazione in terra siciliana.

Un primo ciclo di incontri di promozione dell'iniziativa in Egitto si è svolto in febbraio facendo conoscere al Cairo, ad Alessandria e a Luxor le opportunità offerte dagli istituti di istruzione superiori siciliani, tra università, conservatori, accademie delle belle arti e istituti tecnici superiori grazie alla regione Sicilia che sta valorizzando risorse del Fondo sociale europeo regionale in sinergia con quelle del Programma Erasmus+.

"Le regole Erasmus prevedono la mobilità di studenti, docenti e staff per studio, quello di minimo tre mesi; o per 'traineeship', il cosiddetto stage di almeno due mesi, o anche per periodi più brevi pure di una settimana per attività di produzione", ha ricordato ad ANSAmed il direttore del Conservatorio di Musica di Stato di Agrigento rispondendo a domande su quale sia l'attrattiva "pratica" di Study in Sicily per i giovani egiziani che lui ha avuto modo di incontrare nel tour egiziano dell'iniziativa.

Gli studenti posso contare su "una quota fissa, stabilita a monte, secondo il paese di provenienza", più su "una diaria giornaliera, con cui però si devono pagare tutto: spese di viaggio, vitto e alloggio", ha notato Ferrara aggiungendo che a questa somma "noi in genere, come istituzione, aggiungiamo una quota prelevandola dai fondi 'Os', per aiutarli".

Inoltre "li possiamo aiutare a trovare alloggi economici ma sempre a pagamento perché non abbiamo strutture" ricettive "e non sono previste altre tipologie di borse di studio per studenti internazionali, cosa che peraltro servirebbe molto a incentivare soprattutto chi proviene da paesi disagiati e poveri e per favorire l'internazionalizzazione", ha detto ancora il direttore del Conservatorio agrigentino.

"Penso di sì", ha poi risposto Ferrara alla domanda se tutti questi sostegni e aiuti siano sufficienti a consentire di partecipare decorosamente anche a uno studente senza mezzi propri.

Per dare un esempio concreto di cosa alimenti i sogni dei giovani egiziani irretiti dal progetto, Ferrara sottolineato che "abbiamo inviato a Indire", l'Istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa, ente di ricerca del Ministero dell'istruzione, "un progetto sviluppato assieme all'Università di Luxor e ad un ateneo libanese". (ANSAmed).

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