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Egitto: i cartoni del Ramadan quest'anno sono più vuoti

Beneficenza in crisi nella stretta di Fmi e Ucraina

Redazione Ansa

(di Rodolfo Calò) (ANSA) - IL CAIRO, 31 MAR - Nell'Egitto della svalutazione imposta dal Fondo monetario internazionale (Fmi) con effetti inflattivi, e delle ripercussioni globali della guerra in Ucraina, la tradizionale distribuzione gratuita di cartoni con generi alimentari effettuata durante il mese sacro del Ramadan quest'anno in corso sino al 20 aprile stenta a soddisfare la domanda.

L'azione di beneficenza delle cosiddette "buste del Ramadan" (anche se a rigore si tratta di scatole di cartone) sta "affrontando sfide senza precedenti" a causa dell'aumento dei prezzi e la scarsità delle forniture, ha sintetizzato martedì il sito del principale giornale egiziano, Al Ahram.

Le distribuzioni avvengono anche negli stadi, come al Cairo nell'ambito dell'iniziativa "fianco a fianco" lanciata a metà marzo dall'Alleanza Nazionale per lo Sviluppo Civile (Nacdw) per consentire a tutti di celebrare la fine del digiuno rituale diurno con un lauto pasto serale ma alimenti di base sono diventati sempre più costosi e difficili da reperire.

Con due scossoni avvenuti a fine ottobre e a gennaio, in cinque mesi la sterlina egiziana ha perso il 55% del proprio valore rispetto al dollaro con il conseguente aumento di prezzo qualsiasi bene sia importato e pagato in valuta pregiata come anche l'euro: l'inflazione annua è salita a febbraio al 31,9%, rispetto al 10% dello stesso mese dell'anno scorso anche a causa dell'incremento dei prezzi di pane e cereali del 9,2%, del pollame e della carne del 29,7% e dei prodotti caseari dell'11,1%.

I tassi di cambio variabili era una delle richieste avanzate dal Fmi per concludere proprio in ottobre con l'Egitto l'accordo su un programma di finanziamento sostenuto da un prestito triennale di 3 miliardi di dollari.

L'Egitto inoltre è tra i Paesi più colpiti dagli effetti della guerra in Ucraina in quanto dipende fortemente dalle importazioni per la sua fornitura di grano, mais, soia e olio commestibile e una parte significativa di queste importazioni provengono da Russia e Ucraina: nel 2020 i due paesi ora in guerra hanno fornito l'86% delle importazioni egiziane di grano; inoltre 27,9 milioni di persone in Egitto hanno sperimentato un'insicurezza alimentare moderata o grave nel biennio pandemico 2018-2020.

In questo quadro, le organizzazioni caritatevoli e singoli benefattori "hanno aumentato i loro sforzi per soddisfare la crescente domanda", nota il sito del quotidiano governativo rilanciando dichiarazioni di Haitham El-Tabaei, fondatore della Fondazione Abwab El-Kheir: "l'impatto della crisi sull'opera di beneficenza è iniziato diversi mesi fa, a settembre", quando la sua Ong ha cominiciato a ricevere meno donazioni mentre i costi sono raddoppiati, compresi quelli di trasporto, contemporaneamente all'aumento delle richieste di aiuto.

"Attualmente la situazione è molto difficile, soprattutto per quanto riguarda le forniture alimentari mensili, in particolare con l'aumento quotidiano dei prezzi della carne"; ha dichiarato Abwab sul proprio account Facebook. (ANSA).

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