(ANSAmed) - ATENE, 14 MAR - Biglietterie chiuse, porte
serrate e ampi striscioni esposti sulla facciata neoclassica
hanno cambiato il volto del Teatro nazionale della Grecia. Uno
striscione in particolare avverte: "Il teatro è occupato".
Da oltre un mese, le rappresentazioni sono state interrotte e
gli insegnanti della Scuola di recitazione hanno rassegnato in
massa le dimissioni. Una scelta condivisa anche dagli insegnanti
del Teatro nazionale della Grecia settentrionale, a Salonicco,
mentre decine di sale, dal nord al sud del Paese, hanno chiuso
le porte per protesta in una delle più grandi mobilitazioni del
mondo dello spettacolo ricordate dalla Grecia nella sua storia
recente.
La mossa del governo che ha dato il via alla contestazione
risale allo scorso dicembre, quando un decreto presidenziale
scritto per regolare le assunzioni nel pubblico ha equiparato di
fatto il titolo di studio delle Accademie artistiche al diploma
di maturità. Una scelta definita inaccettabile da centinaia di
attori, registi, musicisti e ballerini che da allora organizzano
ogni settimana raduni e dibattiti in cui accusano il governo di
svalutare il mondo dell'arte. Chi in Grecia punta a calcare il
palcoscenico, una volta completata l'istruzione obbligatoria, si
forma in accademie pubbliche o private, i cui corsi durano
almeno tre anni. "Vogliamo che i nostri studi vengano
riconosciuti", hanno scandito migliaia di manifestanti nei
numerosi sit-in di protesta che si sono susseguiti in piazza
Syntagma, fuori dal Parlamento greco. "Questo decreto andrà a
incidere sulla qualità del lavoro degli artisti, sulla
retribuzione e sulle tutele di un settore già molto precario"
denuncia Yannis Panagopoulos, portavoce dell'Unione degli attori
greci (SEH).
La protesta ha cambiato il volto di una città ancora oggi
molto affezionata al mondo del teatro: se si passeggia nel
centro della capitale, non è raro imbattersi in maschere
piangenti disegnate fuori dall'entrata delle sale o negli
striscioni di denuncia che coprono il calendario della
programmazione. "Il Paese dove è nato il teatro è tra i peggiori
in Europa per quanto riguarda l'attenzione dedicata al mondo
dello spettacolo come nel caso dei finanziamenti statali e delle
tutele dei lavoratori", commenta amaro Panagopoulos.
La ministra della Cultura, Lina Mendoni, ha smentito che la
riforma andrà a intaccare i diritti degli artisti, mentre il
premier greco Kyriakos Mitsotakis ha incontrato, lo scorso
febbraio, gli organizzatori della mobilitazione ed è stata
promessa l'istituzione di un'università per le Arti dello
spettacolo nel 2025, ma il decreto presidenziale non è stato
ritirato e così la protesta continua. Bisognerà attendere
ancora, prima che il sipario venga sollevato di nuovo.
(ANSAmed).
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Rivolta artisti in Grecia, 'il governo svaluta mondo spettacolo'
Teatro nazionale occupato, dimissioni in massa degli insegnanti