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Fifa: "no a Salman", appello Reporter senza frontiere

"La monarchia da anni reprime giornalisti in Bahrein"

Sheikh Salman Bin Ibrahim Al Khalifa, candidato del Barhein alla presidenza della Fifa

Redazione Ansa

ROMA - La Fifa non elegga Salman Bin Ibrahim Al Khalifa come suo nuovo presidente perchè, "in quanto membro della famiglia reale del Bahrein, rappresenta un regime che senza pietà reprime da anni giornalisti e blogger critici". A dirlo, alla vigilia del voto di domani a Zurigo per la massima carica del calcio internazionale, è Reporter senza frontiere (Rsf)

"La candidatura di Salman - aggiunge la sezione tedesca dell'organizzazione in una nota - è un evidente tentativo del Bahrein di sfruttare sport di classe mondiale per coltivare la propria immagine internazionale e al tempo stesso reprimere i critici nel proprio Paese". Fin dalle rivolte del febbraio 2011 il governo del Bahrein - ricorda la nota in merito al piccolo regno del Golfo a maggioranza sciita, guidato da una monarchia sunnita - "reprime senza sosta gli operatori dell'informazione", con processi intentati su "dubbie accuse" o per aver scritto di scandali o proteste. In particolare Salman, nel suo ruolo di presidente dell'Associazione calcio nazionale, nel 2011 avrebbe guidato un comitato che identificava gli atleti che partecipavano alle proteste, molti dei quali hanno subito arresti e maltrattamenti.

Ad oggi, rileva ancora Reporter senza frontiere, vi sono almeno nove giornalisti e cinque blogger in carcere per il loro lavoro. Solo qualche giorno fa, il 14 febbraio, la giornalista Usa Anna Therese Day è stata arrestata con tre collaboratori mentre copriva una manifestazione nell'anniversario della rivolta del 2011. Per la successione del presidente squalificato Sepp Blatter corrono cinque candidati: oltre a Salman, l'italo-svizzero Gianni Infantino, il principe Ali di Giordania, il francese Jerome Champagne e il sud-africano Tokyo Sexwale.

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