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Archeologia: ricerche subacquee in diretta nelle scuole

Ricercatori, modello è soprintendenza del mare della Sicilia

Redazione Ansa

NAPOLI - "Dopo avere 'allagato' le scuole d'Italia siamo pronti a metterle a disposizione degli archeologi. Potremmo mettere in rete centinaia di scuole italiane e far entrare in diretta video gli studenti nei siti archeologici sottomarini che difficilmente i ragazzi potrebbero ammirare attraverso una partecipazione immediata. L'Italia è ricca di siti sottomarini lungo gran parte delle coste soprattutto del Sud". Questo il progetto lanciato da Paola Iotti, presidente del centro di didattica ambientale e divulgazione scientifica Proteus-Lab di Como per valorizzare l'archeologia sottomarina italiana. L'obiettivo è di portare nelle case, nelle scuole, il patrimonio italiano subacqueo con l'aiuto degli archeologi subacquei che possono interagire con gli studenti e dare spiegazioni su quello che viene trasmesso nelle scuole. Una sfida che gli archeologi sono pronti a raccogliere come spiega Salvo Barrano, presidente dell'Associazione Nazionale degli Archeologi Italiani: "Possiamo dire la nostra - ha spiegato - anche nella comunicazione e lo stiamo facendo invitando eccellenze anche nella comunicazione dell'archeologia, come Alessandro Fichera che durante la Borsa del Turismo di Paestum ci ha raccontato il suo magnifico scavo della Basilica Costantiniana di Betlemme. Sull'archeologia marina si può fare di più. Ormai ha una lunga tradizione, ma viene praticata un po' a macchia di leopardo e questo è un peccato perché in realtà tutti i tratti a ridosso della costa italiana sono ricchissimi di testimonianze. Un modello è quello siciliano che si è dotato di una Soprintendenza del mare. Questo modello andrebbe replicato ed esteso a tutto il resto d'Italia". La Soprintendenza del Mare fu un'idea realizzata nel 2003 dall'archeologo Sebastiano Tusa, recentemente morto nell'incidente aereo in Etiopia.

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