(di Enrica Battifoglia)
(ANSAmed) - ROMA, 28 GIU - Montagne dietro le quali tramonta
un sole pallido, crateri al cui centro si innalzano monti
altissimi, letti di antichissimi fiumi e bacini di laghi
scomparsi: sono uniche le foto 3D inviate a Terra dallo
strumento CaSSIS (Colour and Stereo Surface Imaging System), la
fotocamera realizzata dall'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) per
la missione ExoMars organizzata dalle agenzie spaziali di Europa
(Esa) e Russia (Roscosmos). Lo strumento si trova a bordo del
satellite Tgo (Trace Gas Orbiter), che dall'ottobre 2016
raccoglie dati dall'orbita marziana, dalla quota di circa 400
chilometri.
E' l'inizio di un diario davvero unico: il programma
scientifico dello strumento CaSSIS, del quale è responsabile
Gabriele Cremonese, dell'Osservatorio di Padova dell'Istituto
Nazionale di Astrofisica (Inaf), prevede il rilascio di
un'immagine a settimana. Le immagini, soprattutto quelle 3D,
permetteranno di ottenere una carta geologica di Marte
assolutamente preziosa per programmare le future missioni, sia
quella del rover previsto nel 2020, con la seconda parte della
missione ExoMars, sia per le future missioni umane. Sono ancora
lontane, ma la preparazione comincia adesso.
Le immagini di CaSSIS sono anche un'ulteriore testimonianza
dell'"impegno importantissimo dell'Italia nella missione
ExoMars", ha detto il presidente dell'Asi, Roberto Battiston.
Progettato sotto la direzione di Nicolas Thomas, dell'università
svizzera di Berna, CaSSIS è un progetto internazionale
realizzato dall'Asi con l'industria italiana, in particolare
Leonardo, che ha fornito l'elettronica al cuore dello strumento.
"Un gioco di squadra che ha dato grandi risultati" e che
"dimostra la grande capacità dell'Italia di svolgere un ruolo di
leadership nell'analisi dei dati scientifici di Marte", ha
osservato Barbara Negri, responsabile dell'Unità di esplorazione
e osservazione dell'Universo dell'Asi. Le immagini 3D sono "il
fiore all'occhiello dello strumento CaSSIS", ha detto Cremonese,
grazie alla visione stereoscopica e al software unico che
permette di generarle.
Quattro filtri, inoltre, permettono di fotografare a colori
le strutture geologiche per capirne meglio le caratteristiche.
Diventa così possibile misurare la profondità delle fessure
lungo i bordi del cratere Hellas e le colate laviche del
gigantesco monte Olympus, che con i suoi 25 chilometri è il più
alto vulcano del Sistema Solare. Si è anche riusciti a osservare
un canale sotterrano scavato dalla lava in una delle eruzioni
avvenute in passato. (ANSAmed).
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Tramonti e crateri, in 3D Marte come non si è mai visto
Dalla missione Exo-Mars, immagini che parlano italiano