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Tunisia: dai Lions un aiuto concreto ai "bambini della luna"

Luce provoca loro tumori, sostegno a malati xeroderma pigmentoso

Redazione Ansa

(ANSAmed) - TUNISI, 25 MAR - In questi giorni travagliati per la Tunisia, c'è chi continua a portare avanti la sua causa con forza e determinazione, soprattutto nei confronti di chi ha piu' bisogno. Si tratta in questo caso dei 'bambini della luna', bimbi ammalati di una malattia genetica, al 95% legata al matrimonio tra consanguinei. Per chi è affetto da ''xeroderma pigmentoso'' la luce è un veleno che sviluppa tumori. Per questo i malati hanno bisogno di creme e tessuti speciali (per poter uscire di giorno), occhiali a schermo totale, ma anche pellicole trasparenti da applicare ai vetri per evitare l'entrata di raggi ultravioletti e perfino lampade illuminanti speciali. Daniel Passalacqua, italiano di Tunisi, si batte dal 2007 per raccogliere fondi in loro favore in qualità di Presidente Commissione relazioni internazionali del Lions Club Tunis-Doyen e presidente della sotto-commissione ''bambini della luna''. Sabato 28 marzo grazie al suo operato, a quello della Lions Club International Foundation e dei Lions club di Tunis-Doyen, Sidi Bou Said, Schio, France 103, presso i locali del laboratorio SVR al Lac di Tunisi, avverrà la consegna di materiale, attrezzature e prodotti di protezione per un valore totale di 16.000 euro destinati ad una trentina di famiglie interessate, cerimonia coordinata dall'associazione tunisina "d'Aide aux enfants atteints de Xeroderma Pigmentosum". I figli della notte non chiedono pietà ma sostegno: informazione per prevenire e diagnosi precoci in gravidanza; protezione; organizzazione di percorsi culturali, ricreativi e professionali al chiaro di luna e fondi per la ricerca. "Altro percorso è cercare di sensibilizzare lo Stato che non ha riconosciuto la malattia ai fini dell'assistenza a carico del servizio sanitario nazionale", spiega ancora Passalacqua.

La Tunisia con 1.200 casi detiene un record drammatico ma è anche all'avanguardia nella ricerca che svolge dal 1965 insieme al Giappone. Una speranza, per ora lontana, viene dalla terapia genetica. Negli Usa sono stati censiti soltanto circa 200 casi, in Francia 96, molti in Giappone, sette in Sicilia (uno è figlio di una coppia tunisina).(ANSAmed).

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