(ANSAmed) - Napoli, 3 nov - Ricercatori, politici,
imprenditori dei settori legati al mare, insieme per contribuire
a fissare i nuovi obiettivi della cooperazione Euromediterranea
in materia di acque marine e interne. È questo l'obiettivo della
due giorni di incontri e workshop che si è aperta oggi alla
Stazione Marittima di Napoli, organizzata dal Cnr nell'ambito
del semestre della presidenza italiana del Consiglio dell'unione
Europea.
"La ricerca - spiega ad ANSAmed Enrico Brugnoli, direttore
del dipartimento terra e ambiente del Cnr - sulle acque dolci e
di mare, che sono sistemi strettamente interconnessi, ė
fortemente attiva e cerca di affrontare le sfide dell'Europa.
Ricercatori, politici e soggetti interessati ne discutono
insieme a Napoli perché l'acqua che noi scarichiamo in mare
influenza l'ecosistema marino che a sua volta influenza pezzi di
economia come la pesca, l'acquacoltura e il turismo". Da Napoli
parte quindi "un messaggio forte - spiega Brugnoli - alla
commissione e al consiglio europeo per cercare di aumentare la
cooperazione tra paesi membri e non membri dell'Ue e soprattutto
per mettere in campo gli strumenti della Commissione che
consentono di gestire in maniera congiunta le risorse che
vengono messe in campo, quelle dei singoli Paesi e delle
dell'Ue".
Una cooperazione rafforzata implica anche una maggiore
incisività della 'Science diplomacy', come spiega Cristina
Russo, direttrice per la cooperazione internazionale della
direzione generale ricerca e innovazione dell'Ue: "La diplomazia
scietifica ha un forte ruolo - spiega - nel rafforzare i
percorsi democratici ma anche nell'aprire spazi di dialogo e
collaborazione". La Russo porta ad esempio il progetto Sesamo
per in acceleratore di particelle in Giordania "a cui - spiega -
lavorano ricercatori da diversi paesi che per motivi geopolitici
non coopererebbero su altri settori. La scienza è un elemento
della diplomazia e supera le questioni politiche". In
particolare sui temi del mare, la Russo sottolinea come "I
cambiamenti climatici e l'acqua sono le grandi sfide sociali
inserite in Orizzonte 2020 e sono globali per definizione e
quindi è chiaro che questi temi non si possono risolvere da un
singolo Paese ma c'è bisogno di una stretta cooperazione che
l'Ue favorisce nell'ambito delle sue politiche di vicinato".
Politiche che per Gianluigi Benedetti, consigliere
diplomatico del ministro per l'Università Stefania Giannini che
non ha potuto essere a Napoli, "l'Italia ha sempre guardato cin
grande attenzione e su cui si può fare sempre di più".
"Negli ultimi anni - spiega Benedetto - molti cambiamenti
sono intervenuti nei Paesi del Mediterraneo e c'è bisogno che
l'Unione Europea apra una nuova fase di collaborazione
scientifica, anche per il ruolo fondamentale della science
diplomacy. Noi collaboriamo su temi scientifici con università
ed enti di ricerca di tutto il nordafrica e il Medio Oriente, in
particolare i rapporti con le università della Tunisia e
dell'Egitto sono di lungo periodo mentre ci sono nuovi e
interessanti rapporti con il Marocco, che sta avviando
nell'ambito dell'Unione per il Mediterraneo una università per
il Mediterraneo chiedendo il supporto di Italia, Francia e
Spagna". (ANSAmed).
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Mare: Cnr, Cooperazione su ricerca fondamentale in Med
Incontro a Napoli nell'ambito semestre italiano presidenza Ue