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Netanyahu tira diritto e prepara la risposta all'Iran

Fonte,'sì Usa a attacco a Rafah se azione in Iran sarà limitata'

Redazione Ansa

(ANSAmed) - TEL AVIV, 18 APR - Benyamin Netanyahu va avanti per la sua strada e prepara la risposta all'attacco dell'Iran nonostante le forti pressioni internazionali contrarie, con gli Usa e il G7 che puntano sulla leva delle sanzioni contro Teheran. Ma intanto una fonte egiziana ha detto al giornale arabo 'Al-Araby Al-Jadeed' che gli Stati Uniti hanno concordato con il piano israeliano per un'azione militare a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, in cambio di un attacco limitato all'Iran. Lo ha riferito Haaretz, ma al momento non ci sono conferme in Israele.

Secondo una fonte americana ripresa dai media israeliani, è improbabile che Israele attacchi l'Iran prima della fine della Pasqua ebraica (Pesach) che comincia lunedì 22 aprile e termina il 29. La stessa fonte ha tuttavia aggiunto che "tutto può sempre cambiare". Poi ha sottolineato che i comandanti dei Pasdaran e l'altra leadership iraniana sono ancora in una situazione di allarme elevato, con alcuni nascosti in case sicure e strutture sotterranee.

Ieri Netanyahu ha insistito che Israele intende comunque condurre un'azione di rappresaglia contro Teheran: "Apprezzo tutti i tipi di suggerimenti e consigli ma voglio che sia chiaro: prenderemo le nostre decisioni e lo Stato di Israele farà tutto il necessario per difendersi", ha chiarito ieri il primo ministro dopo aver incontrato il ministro degli Esteri britannico David Cameron e la collega tedesca Annalena Baerbock, arrivati a Gerusalemme per chiedere di evitare un'escalation nella regione. Cameron ha usato un argomento che da giorni molti analisti israeliani, e anche ministri, invocano nell'invitare Netanyahu alla prudenza.

"Meglio essere intelligenti piuttosto che duri. La vera necessità - ha osservato il responsabile del Foreign Office - è tornare a concentrarsi su Hamas, sugli ostaggi, sull'arrivo degli aiuti, su una pausa nel conflitto a Gaza".

Un ragionamento proposto anche dal ministro Arieh Deri del partito religioso Shas, che siede, come uditore, nel ristretto gabinetto di guerra israeliano. "Meglio non aprire più fronti" in questo momento, ha detto Deri, ricordando che "c'è una campagna non finita a Gaza e che lì ci sono ancora gli ostaggi".

"Ho chiarito nei colloqui in Israele che il Medio Oriente non deve scivolare in una situazione che non ha una fine certa.

Occorre la massima moderazione. Non è cedere ma evitare una guerra regionale", ha esortato anche la responsabile della diplomazia tedesca Baerbock.

Ma l'altolà arrivato da Netanyahu fa intendere come la decisione sia ormai presa. Le dichiarazioni che arrivano da Teheran non sono certo incoraggianti. "L'attacco di rappresaglia dell'Iran contro Israele - ha avvertito il presidente iraniano Ebrahim Raisi - è stata un'azione limitata e punitiva contro il regime. Se i sionisti intraprenderanno qualsiasi azione contro i nostri interessi, la risposta dell'Iran sarà molto più dura".

"Consigliamo ai nemici di non commettere alcun errore strategico, perché l'Iran è pronto a colpirli, soprattutto con i caccia Sukhoi-24, i bombardieri tattici supersonici russi", ha minacciato da parte sua il comandante delle forze aeree di Teheran Hamid Vahedi, paventando un duello aereo nei cieli del Medio Oriente fra i jet di epoca sovietica e i micidiali F35 e F16 israeliani. (ANSAmed).

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