(ANSAmed) - STRASBURGO, 30 MAR - I governi devono porre fine
ai respingimenti alle frontiere terrestri e marittime, in
particolare ai confini dell'Unione europea, e garantire che i
migranti non subiscano maltrattamenti da parte delle forze
dell'ordine. È quanto domanda il Cpt, organo anti tortura del
Consiglio d'Europa, nel suo rapporto annuale evidenziando che "i
respingimenti sono atti illegali" e che è vietato sottoporre
chiunque a maltrattamenti.
Nel documento il Cpt evidenzia che c'è un ricorso sempre più
frequente ai respingimenti violenti durante le intercettazioni
in mare, ai valichi di frontiera, o di persone già entrate sul
territorio, e che queste sono pratiche che "alcuni Stati membri
del Consiglio d'Europa tentano di legalizzare".
L'organo anti tortura aggiunge che dal 2009 "ha ricevuto
numerose denunce di maltrattamenti di migranti da parte della
polizia e delle guardie di frontiera e ha visitato centri di
immigrazione vicino ai confini in condizioni spaventose".
I maltrattamenti, dice il Cpt consistono soprattutto in
pugni, schiaffi, colpi di manganello quando la persona è
fermata, ma anche nello sparare vicino ai migranti quando sono
già a terra, spingerli nei fiumi e attraverso i confini anche
completamente nudi, privarli di ogni bene, o di acqua e cibo.
Strasburgo evidenzia che questi atti sono raramente indagati.
Anche per questo chiede a tutti gli Stati di creare dei
meccanismi indipendenti che indaghino sulle denunce di
maltrattamenti e respingimenti.
"Molti Paesi europei affrontano sfide migratorie molto
complesse, ma questo non significa che possano ignorare i loro
obblighi in materia di diritti umani", dichiara Alan Mitchell,
presidente del Cpt. (ANSAmed).
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Strasburgo, stop ai respingimenti dei migranti ai confini Ue
'Sono atti illegali. Garantire che non subiscano maltrattamenti'