(ANSAmed) - ROMA, 30 MAR - "Questo sconvolgente rapporto
si aggiunge al sempre più grande cumulo di prove di gravi e
sistematiche violazioni dei diritti umani perpetrate dalle
autorità europee alle loro frontiere". Lo afferma Eva Geddie,
direttrice dell'Ufficio europeo di Amnesty International
riferendosi al rapporto diffuso oggi dal Comitato Europeo per la
Prevenzione della Tortura (Cpt). "È la conferma - aggiunge -
delle testimonianze di migliaia di persone che hanno subito
violenza alle frontiere marittime e terresti dell'Europa"
ricordando che il rapporto del Cpt identifica una tendenza
generale alle frontiere europee, senza fare cenno a specifici
stati.
"Le conclusioni del Cpt circa la loro natura sistemica sono
corroborate dalle ricerche svolte da Amnesty International lungo
le frontiere europee, tra cui quelle recenti in Spagna, Croazia,
Polonia, Lituania e Lettonia". Il rapporto - ricorda Amnesty - è
stato reso noto proprio mentre il Parlamento lituano sta
esaminando una proposta di legge che intende rendere legali i
respingimenti. Dall'estate del 2021 Lituania, Polonia e Lettonia
hanno utilizzato lo stato d'emergenza per legalizzare i ripetuti
respingimenti alle frontiere con la Bielorussia, esponendo molte
persone alla violenza fisica, a rimpatri sommari e ad
agghiaccianti condizioni di detenzione. Da allora almeno 37
persone hanno perso la vita alla frontiera polacca e molte altre
sono morte lungo quelle della Lettonia e della Lituania. "C'è
urgente bisogno che vengano avviate indagini immediate e
indipendenti, che i responsabili siano chiamati a risponderne e
che siano istituiti forti meccanismi indipendenti di
monitoraggio alle frontiere", conclude Geddie.(ANSAmed).
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Amnesty International, 'rapporto Cpt conferma nostre denunce'
Geddie: 'Gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani'