(di Massimo Lomonaco)
(ANSAmed) - TEL AVIV, 28 MAR - Benyamin Netanyahu posticipa
la riforma della giustizia fino alla prossima sessione della
Knesset dopo la Pasqua ebraica in nome della "responsabilità
nazionale" e per evitare "una guerra civile". Al tempo stesso
lascia la legge sul tavolo, invitando al dialogo l'opposizione
per "gli aggiustamenti" necessari.
Al termine delle 24 ore più convulse della storia recente di
Israele, il premier - dopo aver rinviato per tutto il giorno il
suo intervento - si è deciso infine a parlare in serata ad un
Paese paralizzato da uno sciopero generale che ha fermato tutto
il possibile, compresi i voli in partenza al Ben Gurion e gli
uffici delle ambasciate israeliane in giro per il mondo. La
miccia alle proteste, dopo settimane di tensione, era stata
accesa domenica sera dal licenziamento del ministro della Difesa
Yoav Gallant, reo di aver chiesto un pausa nell'iter della
riforma pur condividendone i contenuti. Una mossa che ha
scatenato, a partire dalla notte, le maggiori manifestazioni di
protesta degli ultimi giorni, culminate nel pomeriggio con circa
centomila persone davanti la Knesset a Gerusalemme.
Una prova di forza a cui la destra ha risposto convocando una
contromanifestazione sempre davanti al Parlamento. Il rischio
che la situazione precipitasse nell'irreparabile è stato
palpabile tutto il giorno e per questo si sono infittiti i
colloqui all'interno della maggioranza di governo, visto che il
premier ha dovuto innanzitutto convincere i riottosi alleati di
ultradestra della necessità di far sbollire gli animi. Dopo il
discorso di Netanyahu in tv il sindacato ha subito revocato lo
sciopero mentre l'opposizione si è detta disponibile ad
accettare la mano tesa del premier.
Netanyahu ha dovuto mediare prima con il suo ministro della
Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir (Potenza ebraica), pronto ad
aprire la crisi di governo. Con lui - secondo quanto annunciato
dallo stesso leader di estrema destra - ha concordato la pausa
della riforma in cambio dell'esame, nella prossima seduta di
governo, della creazione di una Guardia nazionale civile di
volontari alle dirette dipendenze del ministro. Un pallino fisso
di Ben Gvir, da lui avanzato al momento della formazione del
governo e rispolverato per l'occasione. "Ho accettato di
rimuovere il mio veto - ha scritto Ben Gvir - in cambio di
questo impegno". Una concessione giudicata dagli analisti
quantomeno problematica vista la presenza già di polizia, della
guardia di frontiera, dello Shin Bet (Sicurezza interna) e dello
stesso esercito. Ancora più complicato il rapporto con il
ministro delle Finanze e leader di Sionismo Religioso Bezalel
Smotrich, che non intende mollare. "Non dobbiamo fermare per
alcun motivo la riforma. Siamo la maggioranza - ha affermato
annunciando la sua presenza alla manifestazione della destra
alla Knesset -, non dobbiamo arrenderci alla violenza,
all'anarchia, agli scioperi selvaggi, alla disobbedienza. Non
consentiremo che ci rubino i nostri voti e il nostro Stato".
Del resto lo stesso Netanyahu nel suo intervento ha detto di
aver convinto "la maggior parte dei suoi alleati di governo",
non tutti. Resta dunque un disallineamento nelle posizioni,
anche se la scelta sembra fatta. Dalla parte opposta, il leader
centrista Benny Gantz - evocato dallo stesso Netanyahu nel
discorso - ha detto che si presenterà al dialogo, nella
residenza del capo dello Stato Isaac Herzog, "con cuore aperto e
anima sincera". "Dobbiamo opporci ad una guerra civile", ha
aggiunto, "dire no alla violenza e sì agli accordi e al
dialogo". Un richiamo contro la violenza su cui ha insistito lo
stesso Netanyahu, denunciando "una minoranza di estremisti" e
invitando i capi dell'esercito ad usare la mano pesante contro i
riservisti contrari a presentarsi in nome della disobbedienza
civile contro la riforma. "Sosterrò ogni iniziativa giusta di
dialogo ma - ha sottolineato Gantz - non faremo compromessi sui
principi della democrazia". E lo stesso ha fatto Yair Lapid,
dichiarandosi disposto ad intavolare un dialogo sotto l'egida di
Herzog, tra i primi a salutare l'apertura di Netanyahu.
(ANSAmed).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Caos Israele, Netanyahu rinvia la riforma della giustizia
Dopo proteste e scioperi. Ma la legge resta sul tavolo