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Olp non consentirà si nasconda verità su reporter uccisa

Israele, esame pallottola non rivela fonte sparo giornalista

Redazione Ansa

TEL AVIV - "Non consentiremo tentativi di nascondere la verità o di fare solo riferimenti timidi quando si punta il dito di accusa verso Israele". Lo ha detto su twitter il segretario generale dell'Olp Hussein a-Sheikh al termine dell'indagine Usa-Israele sulla pallottola che ha ucciso la reporter di Al Jazeera Shireen Abu Akleh. "Il governo dell'occupazione - ha aggiunto - è da ritenersi responsabile per l'assassinio di Abu Akleh. Porteremo avanti le nostre procedure nelle Corte internazionali".

L'esame balistico del proiettile è stato condotto in un laboratorio forense in Israele da israeliani in presenza di esperti Usa "per determinare - ha aggiunto l'esercito - la connessione tra la pallottola e l'arma dalla quale è stato sparato". "Nonostante questi sforzi - ha spiegato l'esercito - le condizioni fisiche del proiettile e la qualità delle caratteristiche su questo non ha permesso un esame balistico che possa determinare in maniera conclusiva se o meno quel proiettile sia stato sparato dall'arma presa in esame". L'esercito ha poi aggiunto che una sua indagine precedente ha determinato "in maniera conclusiva che nessun soldato abbia sparato deliberatamente alla reporter Abu Akleh" e che "sulla base delle informazioni disponibili la fonte dello sparo che ha portato alla morte della giornalista non può essere stabilito".

Israele, esame pallottola non rivela fonte sparo giornalista 

Le condizioni "fisiche" della pallottola non consentono di "stabilire in maniera conclusiva l'origine dello sparo" che ha provocato la morte della giornalista palestinese Shireen Abu Akleh, uccisa l'11 maggio mentre documentava un'operazione dell'esercito israeliano in un campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. Lo ha fatto sapere l'esercito israeliano al termine dell'indagine sul proiettile che i palestinesi hanno consegnato agli Usa.

Per il dipartimento di Stato Usa Shireen Abu Akleh è stata colpita probabilmente da posizioni israeliane ma non c'è alcun motivo di credere che la sua uccisione sia stata intenzionale. Il dipartimento ha spiegato di non poter arrivare ad una "conclusione definitiva" sull'origine del proiettile che l'ha centrata l'11 maggio e che è stato consegnato a Washington dall'Autorità palestinese.

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