(ANSAmed) - BEIRUT, 30 GIU - L'inviato speciale Onu per la
Siria, Geir Pedersen, ha invitato il Consiglio di sicurezza a
prorogare l'autorizzazione agli aiuti umanitari transfrontalieri
attraverso la Turchia e senza l'autorizzazione del governo
centrale di Damasco per garantire a più di 4 milioni di siriani,
ammassati da anni nel nord-ovest del Paese in condizioni
umanitarie precarie, possano continuare a ricevere gli aiuti di
sussistenza.
Per Pedersen, è un "imperativo morale" rinnovare il
meccanismo "per altri 12 mesi" soprattutto considerando "i
crescenti bisogni umanitari di cui i civili hanno un disperato
bisogno". Il meccanismo, che scade il prossimo 10 luglio, è in
vigore dal 2014, tre anni dopo lo scoppio delle violenze armate
in Siria, ed è stato rinnovato periodicamente, ogni anno o ogni
6 mesi, dai membri del Consiglio di sicurezza.
Alla luce della guerra in Ucraina e delle tensioni tra Russia
e Paesi occidentali, Pedersen e i vertici delle agenzie
umanitarie dell'Onu temono che Mosca si opponga ora con forza al
rinnovo del meccanismo dell'Onu. La Russia e la Cina, membri
permanenti del Consiglio di sicurezza e stretti alleati del
governo siriano, negli ultimi anni hanno concesso il rinnovo per
soli 6 mesi, ottenendo la riduzione dei valichi di accesso degli
aiuti. Lo scopo di Mosca e Pechino è spingere la comunità
occidentale a riconoscere il governo di Bashar al Assad a
Damasco come unico interlocutore politico. Il territorio siriano
è però solo in parte controllato dalle forze governative, mentre
le regioni nord-occidentali sono sotto influenza turca e quelle
nord-orientali sono in mano a una coalizione di forze guidate
dal Partito dei lavoratori curdi (Pkk) sostenuto dagli Stati
Uniti.
Intanto, il rappresentante permanente della Siria presso le
Nazioni Unite, Bassam Sabbagh, ha affermato nelle ultime ore che
una delle condizioni più importanti perché i milioni di
profughi siriani all'estero possano tornare nel martoriato Paese
mediterraneo è "la revoca delle ingiustificate sanzioni
(occidentali) che uccidono il
popolo siriano". Lo si apprende dall'agenzia governativa siriana
Sana.
La Siria, Paese in guerra da più di 11 anni, è sottoposta dal
2011 a sanzioni economiche e commerciali da parte dell'Unione
Europea e dal 2019 dagli Stati Uniti. Ma le prime sanzioni
statunitensi sulla Siria risalgono al 1974, alle quali si erano
aggiunti altri pacchetti di misure punitive nel 2004.
Dal 2011 a oggi sono stati circa sei milioni i siriani
fuggiti all'estero, mentre nel Paese si contano ancora cinque
milioni di sfollati interni. (ANSAmed).
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Siria: Onu, prorogare meccanismo per aiuti da Turchia
Perché 4 mln profughi nel nord-ovest ricevano ancora assistenza