(ANSAmed) - LONDRA, 30 GIU - La notizia del mega stanziamento
britannico da un miliardo di sterline formalizzata ieri dal
premier Boris Johnson in sede Nato per ulteriori aiuti militari
all'Ucraina (fino a un sostegno totale che sale così a 2,3
miliardi) non esaurisce gli impegni della strategia di
'contenimento' anti-russo prospettata dal governo di Londra
anche verso Paesi non membri dell'Alleanza Atlantica. Lo
conferma, a margine del vertice di Madrid che prosegue oggi,
l'annuncio di un piano per il rafforzamento dell'impegno del
ministero della Difesa del Regno Unito in Bosnia Erzegovina
mirato - secondo una nota governativa - a contrastare "la
disinformazione russa" nella più composita delle repubbliche ex
jugoslave.
Il progetto, analogo a uno annunciato ieri per la repubblica
ex sovietica della Georgia, prevede tra l'altro l'invio di due
super consiglieri militari britannici specialisti in
"contro-informazione" fra le file della missione già presente in
Bosnia. L'obiettivo è quello di combattere "le influenze
maligne" attribuite alla Russia di Vladimir Putin per "minare
l'integrazione euroatlantica" di Sarajevo e di "promuovere la
stabilità e la pace". L'impegno di spese per accelerare la
modernizzazione delle forze armate locali non è tuttavia
precisato; mentre i fondi che il governo Tory promette di
mettere sul piatto per un centro ad hoc sulla difesa dai
cyber-attacchi presso l'università di Sarajevo si limita per ora
a 750.000 sterline, meno di un milione di euro.
"Non possiamo consentire - ha commentato Johnson - che i
Balcani occidentali diventino un altro campo giochi per le
perniciose trame di Putin. Alimentando le fiamme della
secessione e del settarismo, Mosca cerca di rovesciare i
progressi fatti dalla Bosnia-Erzegovina negli ultimi tre
decenni", progressi che vanno invece tutelati per garantire "più
stabilità a tutto il nostro continente" europeo.
Milorad Dodik, leader serbo-bosniaco e membro serbo della
presidenza tripartita bosniaca, ha reagito e dichiarato che non
vi è alcuna
base legale per l'ingresso in Bosnia-Erzegovina di specialisti
militari britannici, osservando che si tratta del modo di agire
delle vecchie potenze coloniali che non hanno mai bussato alla
porta delle loro colonie, come evidentemente considerano la
Bosnia-Erzegovina. Per Dodik, il progetto di installare un
centro per la cosiddetta cyber sicurezza altro non è in realtà
che voler creare un punto dei servizi segreti britannici in
Bosnia-Erzegovina. (ANSAmed).
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Nato: Gb annuncia aiuti a Bosnia contro 'disinformazione russa'
Invio specialisti militari. Johnson, fermare Putin nei Balcani