(ANSAmed) - BELGRADO, 30 GIU - Il nuovo scontro tra Belgrado
e Pristina emerso dopo le restrizioni amministrative per la
popolazione serba, annunciate ieri dalla dirigenza del Kosovo,
condiziona in negativo la visita in corso in Serbia dell'inviato
Ue per i Balcani occidentali, Miroslav Lajcak. E' stato lo
stesso mediatore europeo a parlare oggi di "situazione nuova"
che ha cambiato i piani della sua visita.
"Sono venuto nella regione per preparare il prossimo incontro
fra i due leader (Aleksandar Vucic e Albin Kurti) e per parlare
di progressi e normalizzazione nei rapporti, ora invece dobbiamo
risolvere questa situazione. Non possiamo consentire che si
arrivi a una crisi", ha detto Lajcak citato dai media a
Belgrado.
Il governo di Pristina ha annunciato ieri restrizioni sui
documenti personali di identità rilasciati da autorità serbe e
sull'obbligo di cambiare entro fine settembre le targhe
automobilistiche serbe con quelle kosovare, provocando la dura
reazione del presidente serbo Vucic, che ha parlato di decisioni
dirette in sostanza a espellere la popolazione serba del Kosovo.
In base alle nuove regole, coloro che si presentano alla
frontiera del Kosovo con documenti di identità rilasciati da
autorità serbe dovranno compilare un modulo sostitutivo
rilasciato dai responsabili kosovari. Gli automobilisti inoltre
dal primo agosto e fino alla fine di settembre dovranno
sostituire le targhe con registrazione serba, relative alle
località a maggioranza serba in Kosovo, con altre nuove che
rechino il simbolo EKS (Repubblica del Kosovo). In caso
contrario i veicoli saranno sequestrati. Norme queste ritenute
illegittime da Belgrado che non riconosce la sovranità e
l'indipendenza del Kosovo, considerata ancora una sua provincia
meridionale.
Al termine del colloquio di ieri sera fra Vucic e Lajcak, ai
giornalisti si era presentato il solo presidente serbo che aveva
detto di aver voluto evitare all'inviato Ue di trovarsi suo
malgrado in una situazione spiacevole dinanzi alla stampa.
Lajcak, che prima di Belgrado era stato nei giorni scorsi a
Pristina, ha visto oggi il capo del parlamento serbo, Ivica
Dacic, il responsabile dell'Ufficio governativo serbo per il
Kosovo, Petar Petkovic, e i leader dell'opposizione politica. I
rappresentanti di Belgrado, rinnovando le accuse a Pristina per
le sue decisioni unilaterali, hanno ribadito l'impegno della
Serbia a favore del dialogo e della ricerca di una soluzione di
compromesso che, evidentemente, Pristina non vuole.
Dopo l'intesa dei giorni scorsi sul dossier energia, si
sperava in ulteriori passi avanti in campo negoziale, e invece è
emersa una nuova crisi provocata da Pristina, hanno osservato i
rappresentanti serbi. Petkovic in particolare ha espresso
preoccupazione per l'assenza di reazioni da parte della comunità
internazionale, che a suo dire assiste in silenzio e con
implicita approvazione alle iniziative della parte kosovara,
fonte di ulteriore destabilizzazione e pericoli di incidenti e
scontri nella regione. (ANSAmed).
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Missione inviato Ue con nuova crisi Serbia-Kosovo
Lajcak a Belgrado costretto a cambiare piani