Rubriche

Libano: naufragio migranti, chiesta inchiesta esercito

Per sopravvissuti motovedetta ha speronato il barcone

Funerali delle vittime del naufragio avvenuto a largo di Tripoli, Libano

Redazione Ansa

BEIRUT - Il governo libanese ha oggi incaricato le forze armate di aprire una inchiesta sull'incidente che nella notte tra sabato e domenica scorsi ha causato l'annegamento di almeno sei migranti a largo delle coste di Tripoli. Lo riferisce l'agenzia governativa di notizie Nna, secondo cui il governo ha incaricato i vertici dell'esercito di "condurre una inchiesta trasparente, sotto la supervisione delle autorità giudiziarie competenti, sulle circostanze dell'incidente".

Alcuni sopravvissuti affermano che la motovedetta dell'esercito ha volontariamente speronato il barcone di migranti che tentava, sovraffollato di persone, di attraversare il mare in direzione di Cipro. L'esercito ha risposto affermando che la tragedia si è consumata a causa del maltempo, del sovraffollamento dell'imbarcazione e delle manovre "spericolate" degli scafisti. L'Onu afferma che sull'imbarcazione c'erano 84 persone, libanesi e siriani. L'esercito sostiene che 48 di queste sono state soccorse. Finora sono stati rinvenuti i corpi senza vita di sei persone, tra cui una bimba di 18 mesi. All'appello mancano 30 persone, per ora disperse. Le ricerche continuano in queste ore in mare e lungo la costa.

L'Onu afferma che dall'inizio del 2021 a oggi oltre 1.500 persone hanno cercato di lasciare il Libano - travolto dalla peggiore crisi finanziaria negli ultimi decenni - illegalmente e via mare.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it