(ANSAmed) - BELGRADO, 11 FEB - Nuovo fermo 'no' di Pristina
alla creazione di una Comunità delle municipalità serbe in
Kosovo, organismo previsto dagli accordi firmati nel 2013 a
Bruxelles nell'ambito del dialogo con Belgrado con la mediazione
Ue.
"Non si può accettare un modello che potrebbe portarci alla
'bosnizzazione' del Kosovo", ha detto la presidente Vjosa
Osmani, con riferimento alla Republika Srpska, l'entità a
maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina. Si tratta, ha
osservato in dichiarazioni alla tv locale Rtk riprese dai media
a Belgrado, di un documento dannoso per la sovranità e il
funzionamento delle istituzioni del Kosovo, un modello che porta
alla divisione del Paese. Ribandendo le accuse a Belgrado di
mancato rispetto degli accordi raggiunti finora nell'ambito del
dialogo, Osmani ha affermato che la Ue non ha un approccio
bilanciato e paritario con le due parti impegnate nel negoziato,
e tratta Belgrado come un "bambino viziato". "La Ue deve
esercitare pressione sulla Serbia per indurla a rispettare gli
accordi", ha detto la presidente, secondo cui il dialogo dovrà
concludersi con il reciproco riconoscimento fra Pristina e
Belgrado.
A Osmani ha replicato prontamente Petar Petkovic, capo
dell'Ufficio governativo serbo per il Kosovo, che ha definito
"assurde" le accuse di Pristina, e ha rigettato sulla dirigenza
kosovara la responsabilità del mancato rispetto degli accordi e
del conseguente stallo nel dialogo. Gli accordi del 2013, che
prevedono la Comunità delle municipalità serbe, non sono un menu
a la carte dal quale si può prendere solo ciò che si desidera
scartando il resto - ha affermato Petkovic. (ANSAmed).
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Kosovo: presidente, esclusa una Comunità dei serbi
Osmani, no a 'bosnizzazione' del Paese. Ue prema su Belgrado