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Tunisia: Onu, Bhiri sia rilasciato o incriminato

Timori per 'deterioramento situazione diritti umani nel Paese'

Redazione Ansa

GINEVRA - L'Onu ha chiesto il rilascio o l'incriminazione dell'ex ministro e uomo forte del partito islamico tunisino Ennahdha, Noureddine Bhiri, ed è preoccupata per il "deterioramento" della situazione dei diritti umani nel Paese. "Gli eventi in Tunisia nell'ultimo mese hanno accresciuto le nostre già profonde preoccupazioni per il deterioramento della situazione dei diritti umani in questo Paese", ha detto la portavoce dell'Alto Commissariato Liz Throssell, durante una conferenza stampa a Ginevra.

Il 31 dicembre Bhiri è stato portato in macchina da agenti della polizia in borghese in un luogo sconosciuto, in quello che il suo partito ha descritto come "un rapimento". Già sofferente di pressione alta, diabete e malattie cardiache, è stato ricoverato in ospedale due giorni dopo poiché in sciopero della fame dal suo arresto. "Le autorità tunisine hanno indicato che è sospettato di reati legati al terrorismo. Tuttavia, comprendiamo che i suoi avvocati non sono ancora stati formalmente informati delle accuse a suo carico", ha affermato Throssell. "Anche un secondo uomo è stato fermato e sottoposto a detenzione lo stesso giorno e in circostanze simili, senza che si sapesse in quale luogo si trovasse fino al 4 gennaio", ha aggiunto. La famiglia dei due uomini e l'Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite in Tunisia hanno comunque potuto far loro visita. "Questi due incidenti - ha proseguito Throssell - fanno eco a pratiche che non si vedevano dall'era di Ben Ali e sollevano seri interrogativi sui rapimenti, le sparizioni forzate e le detenzioni arbitrarie". "Esortiamo le autorità a rilasciare rapidamente questi due uomini o a incriminarli secondo gli standard di procedura penale", ha affermato.

Ennahdha è stato al centro di una situazione di stallo con il presidente Kais Saied dal colpo di mano del 25 luglio e dalla sua decisione di sospendere le attività del Parlamento, nel quale Ennahdha ha avuto la maggioranza negli ultimi 10 anni.

Ennahdha e altri oppositori hanno denunciato un "colpo di stato", e varie Ong tunisine e internazionali affermano di temere una deriva autoritaria. Il presidente Saied dice di voler "salvare" il Paese, afflitto da mesi di blocchi politici, e ha annunciato a dicembre un referendum per il 25 luglio e elezioni per il 17 dicembre. "Oltre alle azioni delle forze di sicurezza interna, siamo preoccupati per il soffocamento del dissenso in Tunisia, compreso l'uso inadeguato della legislazione antiterrorista, e il crescente ricorso ai tribunali militari per processare i civili", ha anche affermato il portavoce dell'Alto Commissariato.

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