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Egitto, Benedetti Gaglio 'moderno Marco Polo'

Video-encomio di Amb.Cina per filantropo-ponte col Cairo

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA, 16 DIC - Eugenio Benedetti Gaglio, un ex-imprenditore spesso impegnato in iniziative filantropiche e culturali che puntano a riannodare i millenari legami tra i popoli di Italia ed Egitto, ha ricevuto un pubblico encomio dall'ambasciatore cinese a Roma, Li Junhua, che l'ha definito fra l'altro "Marco Polo moderno" grazie stavolta a una "leggendaria" rete di relazioni con i vertici dello Stato cinese del passato.

Benedetti, presidente della Società Italiana di Beneficenza (Sib), è pronipote del fondatore dell'Ospedale italiano del Cairo "Umberto Primo" e, fra l'altro, ha contribuito all'organizzazione di pellegrinaggi sulle orme della Sacra Famiglia, di gemellaggi (Catania-Alessandria e Viterbo-Luxor), di mostre di repliche di antichità egiziane e di arte copta.

Ora però l'ambasciatore cinese, in un video registrato per una cerimonia che di recente ha avuto come protagonista il novantenne ex-imprenditore, ha sottolineato che Benedetti "è un buon amico di vecchia data del Popolo cinese e ha una storia leggendaria di relazioni con i leader della vecchia generazione in Cina".

Li, nel ricordare che l'ex-imprenditore "è sempre stato entusiasta nel promuovere gli scambi e la cooperazione tra i due Paesi", ha aggiunto che Benedetti "può essere chiamato Marco Polo moderno".

Nel riferirsi ad una scultura di cento tonnellate di peso riproduzione del cenotafio di un'imperatrice, Li ha affermato che "la Barca di marmo della collezione del dottor Benedetti è una testimonianza e l'epitome degli scambi tra i due Paesi".

"Replica della Barca Imperiale di marmo nel palazzo d'estate a Pechino", l'opera del "XIX secolo è stata progettata da artigiani cinesi della dinastia Qing in maniera innovativa", ossia "con elementi architettonici occidentali", ha ricordato Li definendo la scultura "uno specchio per la cultura cinese e quella italiana quando si guardano".

L'ambasciatore ha espresso l'augurio che "il popolo cinese e quello italiano possano apprezzarsi e rispettarsi" e che "la civiltà e la saggezza dei due paesi possano illuminarsi a vicenda creando sempre più splendori e bellezze".

Benedetti, come noto, è considerato uno dei primi ad aver riannodato i fili del commercio con la Cina isolata dopo la rivoluzione di Mao Tse Tung, da lui conosciuto di persona, come ricorda un suo libro. La fiducia del premier Ciu En Lai consentì all'imprenditore catanese di aprire miniere di marmo.(ANSAmed).

(ANSA).

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