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Libia, governo-Onu preoccupati per attacchi al Tribunale

Intimidazioni a giudici per ostacolare candidatura Gheddafi jr

Seif al-Islam Gheddafi registra la sua candidatura alle elezioni del 24 dicembre a Sebha, sud di Tripoli

Redazione Ansa

Il governo di unità nazionale libico e le Nazioni Unite hanno ribadito le loro preoccupazioni dopo i nuovi incidenti verificatisi presso la Corte di Sebha (sud), che hanno impedito a Seif al-Islam Gheddafi di presentare ricorso contro il rifiuto della sua candidatura presidenziale. In una dichiarazione rilasciata ieri, il governo ad interim ha affermato di "seguire con grande preoccupazione" le tensioni riguardanti la Corte d'Appello di Sebha, "che minacciano la legittimità della magistratura". Il governo ha quindi avvertito che "minacciare la vita dei giudici o tentare di influenzare il loro lavoro rischia di far ricadere Sebha nella guerra civile".

Le immagini diffuse dai media locali mostrano uomini armati, presentati come appartenenti alle forze di Khalifa Haftar, l'uomo forte dell'Est, che bloccano l'accesso al tribunale di questa città semidesertica a circa 650 chilometri a sud di Tripoli. Incidenti simili sono stati segnalati da giovedì ed hanno impedito per il quinto giorno consecutivo ai legali del figlio dell'ex dittatore Muammar Gheddafi di fare appello contro il rifiuto della sua candidatura alle presidenziali del 24 dicembre. Diverse decine di persone, tra cui sostenitori di Seif al-Islam, hanno manifestato ieri a Sebha in un clima di tensione per denunciare questo "attacco all'opera della giustizia".

La Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) ha dichiarato in un comunicato "di seguire con grande preoccupazione la continua chiusura della Corte d'appello di Sebha", dove ai giudici è stato "fisicamente impedito di svolgere le loro funzioni, ostacolando direttamente il processo elettorale". L'Unsmil ha anche affermato di essere "allarmata dalle crescenti segnalazioni di intimidazioni e minacce contro giudici e funzionari della giustizia, in particolare quelli che si occupano di denunce relative alle elezioni, nonché contro candidati in diversi luoghi della Libia".

L'Alta Commissione elettorale libica (Hnec) ha annunciato mercoledì scorso l'esclusione di 25 candidati per il mancato rispetto delle disposizioni della legge elettorale. Tra questi Seif al-Islam Gheddafi, condannato a morte nel 2015 dopo un rapido processo, prima di beneficiare di un'amnistia. Scomparso dalla vita pubblica, ha presentato la sua candidatura a metà novembre, contando sull'appoggio dei nostalgici del vecchio regime, delusi da un'interminabile transizione politica in un contesto di caos.

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