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Covid: Vucic, nel mondo in atto una 'guerra' per vaccino

'Come un Titanic, ricchi si mettono in salvo, gli altri affondano'

Redazione Ansa

BELGRADO - Per il presidente serbo Aleksandar Vucic, nel mondo è in atto una autentica 'guerra' per il vaccino anticovid, con i Paesi più ricchi che fanno di tutto per accaparrarsi la gran parte delle dosi disponibili ai danni di quelli con minori disponibilità. La Serbia, ha detto Vucic ieri sera alla tv pubblica Rts, ha stipulato finora contratti per la fornitura di 6,5 milioni di dosi di vaccino, ma "il problema è che il vaccino non c'è".

Il presidente ha paragonato il mondo a un Titanic che va a sbattere contro un iceberg, con i passeggeri ricchi e i loro cari che fanno di tutto per mettersi in salvo, lasciando che gli altri affondino insieme alla nave. La Serbia, ha affermato Vucic, nonostante i tagli nelle forniture è comunque impegnata in un massiccio programma di vaccinazione della popolazione con tutte le dosi a disposizione. Finora, ha precisato, i vaccinati sono stati oltre 320 mila, con il Paese che è tra i primi in Europa per numero di vaccinati in rapporto alla popolazione (poco più di 7 milioni).

In Serbia vengono somministrati tre tipi di vaccino - il cinese di Sinopharm, il russo Sputnik V e il Pfizer-BioNTech. Ci si prenota compilando un modulo online e si attende di essere convocati con data, ora e luogo della vaccinazione. Vucic ha confermato che si vaccinerà con il Sinopharm, ma che attende il suo turno, volendo dare la precedenza alle categorie prioritarie e maggiormente a rischio. Le autorità di governo hanno deciso di assumere vaccini differenti per dimostrare che sono tutti efficaci e sicuri. Nell'intervista televisiva Vucic ha al tempo stesso annunciato a breve un nuovo pacchetto di misure a sostegno dell'economia, delle imprese e dei cittadini colpiti dalla pandemia, il cui ammontare sarà pari a 2,5 miliardi di euro.

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