(ANSAmed) - IL CAIRO, 29 MAG - Il rapporto fra il generale
Khalifa Haftar e le potenti tribù libiche "probabilmente andrà
sotto pressione" se l'uomo forte della Cirenaica "continuerà a
patire sconfitte nella sua campagna" per la conquista di
Tripoli. "Comunque è probabile che le tribù dell'est
continueranno a dargli il loro sostegno perché non c'è una
credibile alternativa" per i loro interessi. Lo ha sostenuto
Alison Pargeter, analista del King's College di Londra.
In un testo pubblicato dal sto del Carnagie Middle east
center, l'analista sostiene che "altre tribù orientali non
accetteranno" un eventuale dominio del presidente del parlamento
libico, Aqila Saleh, esponente di un clan dell'est, quello degli
Obeidat, sebbene si stia mettendo in evidenza con una proposta
politica per porre fine all'attacco di Haftar alla capitale
libica.
La tribù cui appartiene Haftar è invece originaria dell'ovest
e ciò sarebbe invece "decisivo" per rendere suo esponente
"accettabile" in Cirenaica.
"Haftar rientra nella tradizione dei laici capi militari
nazionalisti arabi come Gheddafi e Saddam Hussein che, originari
di piccole tribù e città periferiche" hanno "riconosciuto
l'importanza di controllare il sostegno tribale", ha ricordato
Pargeter, che è anche senior visiting fellow all' "Istituto per
gli studi sul Medio oriente" del think tank londinese.
Le tribù orientali hanno visto nel generale "un'opportunità"
per liberarsi delle "nuove forze rivoluzionarie" -
"prevalentemente urbanizzate" e con molti "islamisti" tra le
loro file - che avevo preso il controllo di Bengasi dopo la
caduta e uccisione del dittatore Muammar Gheddafi nel 2011.
Dato che "egli è l'unico vero uomo forte nell'est", queste
tribù orientali continueranno a vederlo come "il miglior
protettore dei loro interessi", ha sostenuto ancora l'analista
sottolineando fra l'altro che il generale - quale ex ufficiale
del vecchio regime del 1969 ma che si è unito alla rivoluzione
del 2011 - incarna ai loro occhi "il vecchio e il nuovo".
Il carattere "prevalentemente urbanizzato dei poteri
principali a Tripoli", dove è insediato il premier Fayez
al-Sarraj, e a Misurata peraltro rimane sospetto anche "per
molte delle tribù nell'ovest", ha affermato Pargeter.
"Senza coinvolgere le tribù è impossibile governare la
Libia", ha notato l'analista ricordando fra l'altro che Haftar
ha rispolverato idee e simboli tribali e attribuito posti di
responsabilità ai clan iniziando a corteggiarli nel 2013. Già a
marzo del '14 era riuscito ad avere dalla sua molte delle
maggiori tribù dell'est tra cui quelle degli Awaqir, Obeidat,
Barassa e Hassa. Senza alleanze con capi tribali, il generale
inoltre non avrebbe potuto conquistare la mezzaluna petrolifera
e il sud della Libia: ed è stata la sua alleanza con le tribù a
Tarhuna che gli ha aperto l'area a sud-est di Tripoli da cui è
partito l'attacco alla capitale, ricorda Pargeter. (ANSAmed).
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Libia, Haftar l'unico uomo forte per le tribù dell'est
Analista, i clan non accettano il capo del parlamento Saleh