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Santa Sede, Chiesa aiuti a risolvere i conflitti del Mediterraneo

Cei a Bari: mons. Hollerich, Governi aprano corridoi umanitari

Redazione Ansa

CITTA' DEL VATICANO - "La responsabilità della Chiesa è impegnarsi per il bene dei popoli e contribuire a risolvere i conflitti e portare una nuova speranza per i Paesi che si trovano in difficoltà. Abbiamo tutti una responsabilità comune". Lo ha detto il Segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul Richard Gallagher, in un'intervista a Tv2000 durante lo speciale dedicato all'incontro di Bari 'Mediterraneo, frontiera di pace' promosso dalla Conferenza episcopale italiana.

"Il Papa - ha aggiunto mons. Gallagher a Tv2000 - ha un grande affetto per la città di Bari anche per il suo significato per tutto il mondo cristiano. È un ponte tra il cristianesimo occidentale e orientale. È una città simbolica e perfetta per lanciare di nuovo l'invito a tutti i cristiani a impegnarsi per il bene dell'umanità".

"L'appello è di aprire corridoi umanitari. L'appello ai Governi è di collaborare per questo con le chiese, le parrocchie, le diocesi. Dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti che abbiamo per aiutare la gente. Se c'è anche solo una vita salvata in più, ne vale la pena". Lo ha detto il cardinale Jean-Claude Hollerich, vescovo di Lussemburgo e presidente della Comece (Commissione delle conferenze episcopali dell'Ue), a margine della terza giornata dei lavori del meeting dei vescovi del Mediterraneo in corso a Bari.

"I nostri confini sono il mare Mediterraneo e lì - ha aggiunto - dobbiamo essere impegnati per la pace, la dignità umana e la libertà religiosa. Vediamo il dramma dei rifugiati e dei poveri, nelle isole della Grecia o i campi in Libia, una vergogna per l'Europa. Non possiamo lasciare la Grecia e gli altri Paesi soli con i problemi. Se possiamo creare corridoi umanitari, possiamo davvero alleviare la sofferenza della gente". Per mons. Hollerich "se l'Unione europea non fa niente, allora la Chiesa deve farsi voce profetica, diventare la coscienza dell'Europa e fare qualcosa".

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