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Balcani: da Kosovo no a 'mini-Schengen' proposto da Serbia

Per premier Kurti idea pericolosa, sarebbe 'quarta Jugoslavia'

Redazione Ansa

(ANSAmed) - BELGRADO, 13 FEB - Il premier kosovaro, Albin Kurti, si è detto contrario alla creazione di una 'mini-Schengen' balcanica proposta dal presidente serbo Aleksandar Vucic, sostenendo che si tratta in realtà della volontà di Belgrado di formare una 'quarta Jugoslavia', ed è per questo a suo avviso una idea pericolosa. "Per la collaborazione fra i sei Paesi della regione esiste il Processo di Berlino, e in questo senso non vi è niente di nuovo", ha detto Kurti in dichiarazioni alla tv di Pristina, riprese dalla stampa serba.

Al 'mini-Schengen' proposto da Vucic hanno aderito finora Macedonia del Nord e Albania, con il presidente serbo che auspica l'adesione all'iniziativa anche degli altri Paesi dei Balcani occidentali. Per Vucic è necessario eliminare barriere e ostacoli inutili alle frontiere fra i vari stati della regione per velocizzare gli scambi, eliminare lunghe attese ai controlli doganali e contribuire in tal modo a un più rapido e solido sviluppo dell'intera regione balcanica, alle prese con la concorrenza globale sui mercati internazionali. Per il presidente serbo, ognuno dei paesi della regione preso singolarmente è troppo piccolo e debole economicamente per far fronte alla concorrenza, mentre è più sensato che sia l'intera regione dei Balcani occidentali a porsi come interlocutore delle grandi potenze economiche. Non la pensa così il premier kosovaro, che al 'mini-Schengen' balcanico contrappone un 'macro-Schengen' albanese. La 'quarta Jugoslavia' evocata da Kurti farebbe seguito alla prima, scaturita dopo la prima guerra mondiale dal Regno dei serbi, croati e sloveni, alla Federazione jugoslava socialista istituita dal maresciallo Tito dopo il secondo conflitto mondiale, e alla cosidetta 'piccola Jugoslavia' formata da Serbia e Montenegro dopo le guerre fratricide degli anni novanta. (ANSAmed).

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