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Giorno Memoria: Segre, molto preoccupata per populismi

'Ragazzi imparino a non ascoltare quello che grida più forte'

La senatrice a vita Liliana Segre

Redazione Ansa

CITTA' DEL VATICANO - "Con grande preoccupazione seguo, da anni, questo riaffacciarsi di sentimenti odiosi che sono il contrario dell'accoglienza, che sono il contrario della fraternità. Sì, devo dire che sono molto preoccupata di questa onda, che non è anomala ed è il risultato della crisi economica, ma anche il risultato di insegnamenti molto sbagliati, di sovranismi e populismi". Lo dice la senatrice a vita Liliana Segre a Vatican News aggiungendo: "I ragazzi imparino a non ascoltare quello che grida più forte".

"Io sono stata considerata 'diversa', a causa delle leggi razziali fasciste, quando avevo 8 anni. E quindi so come ci si sente a essere considerati 'diversi', quando invece ci si sente così 'uguali'", afferma Liliana Segre, che attribuisce anche ai "sovranismi e populismi" il fatto che "l'uomo e la donna comuni abbiano paura del loro vicino".

Nel Giorno della Memoria la senatrice a vita sopravvissuta alla Shoah ringrazia Papa Francesco per le parole dedicate ieri, all'Angelus, all'anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. "Senza storia non c'è memoria. E quindi, modestamente, faccio mie queste parole del Papa 'se perdiamo la memoria annientiamo il futuro', pur non avendone l'autorità - dice la Segre in una intervista a Radio Vaticana Italia/Vatican News -. Le faccio mie perché le sento profondamente, dopo aver vissuto quel periodo che per me è indimenticabile e di cui, per forza di cose mi sono fatta testimone. Per tanti e tanti anni ho incontrato ragazze e ragazzi raccontando la mia storia, ma senza mai parlare di odio.

E anche questo è un altro aspetto in cui mi trovo d'accordo con il Papa: 'dissodare il terreno su cui cresce l'odio, seminandovi pace'". "Mi batto da tanti anni affinché nulla vada perduto di tutto il dolore di così tante vittime. Nulla vada dimenticato dei fatti orribili e indicibili che sono accaduti ad Auschwitz e negli altri campi", dice ancora Segre.

Parlando dei suoi incontri con i giovani nelle scuole Segre sottolinea: "Forse, è proprio questo insegnamento che io spero di riuscire a trasmettere, come nonna: non odiare e non vendicarsi, ma nello stesso tempo non dimenticare. Essere forti per gli altri, oltre che per sé stessi".

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