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Israele: confermata espulsione filippina, ong mobilitate

La donna da 20 anni nel Paese aveva opposto residenza fisica

Redazione Ansa

(ANSAmed) - TEL AVIV, 12 AGO - La Corte Suprema di Gerusalemme ha respinto la scorsa notte un appello presentato da una badante filippina contro la sua espulsione immediata assieme al figlio, che è nato 13 anni fa in Israele e parla solo ebraico. Secondo i media i due - Rosemary e Rohan Peres - sono stati fatti salire a bordo di un aereo in partenza, ma la donna (che lavora in Israele da 20 anni) ha opposto resistenza fisica.

Madre e figlio sono stati allora riportati a terra e tenuti in una stazione di polizia vicino all'aeroporto. A quanto pare la loro espulsione dovrebbe essere imminente.

La vicenda è seguita con grande attenzione dall'opinione pubblica perché ordini di espulsione sono stati emessi nei confronti di decine di altre badanti delle Filippine che hanno partorito e cresciuto i loro figli in Israele, in quella che secondo le autorità rappresenta una infrazione dei loro contratti di lavoro. In difesa delle badanti - molte delle quali impiegate nella assistenza agli anziani - si sono mobilitate alcune ong, che hanno organizzato una manifestazione di protesta a Tel Aviv. (ANSAmed).

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