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Migranti: Malta nega rifornimenti a Ocean Viking

Evangelici, noi pronti ad accogliere profughi Open Arms

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA, 8 AGO - Le autorità maltesi si sarebbero rifiutate di rifornire di carburante la Ocean Viking, la nuova nave di salvataggio di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere, nonostante fossero stati presi precisi accordi in questo senso. A denunciarlo un portavoce di Sos Mediterranee all'agenzia tedesca Dpa. L'intesa era stata confermata da un intermediario - ha detto la fonte - ma poi le autorità marittime maltesi avrebbero informato via radio che non vi era alcuna autorizzazione. La nave si sta recando nella zona Sar davanti alla Libia per la sua prima missione, perciò al momento non ha migranti a bordo. Intanto, con una lettera al premier Giuseppe Conte e al ministro dell'Interno Matteo Salvini il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, pastore Luca Maria Negro, e il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, hanno espresso la disponibilità ad accogliere i profughi soccorsi dalla nave Open Arms lo scorso 2 agosto.

"Questo gesto - spiegano i due esponenti protestanti, Luca Maria Negro e Eugenio Bernardini - ha per noi un significato eminentemente umanitario e risponde, oltre che alla vocazione evangelica, all'accoglienza e all'amore cristiano, all'esigenza urgente di portare in salvo persone già provate e colpevoli di nient'altro che sfuggire da guerre e persecuzioni".

Sia la Fcei, attraverso il programma Mediterranean Hope che la Tavola valdese per mezzo della Diaconia valdese sono impegnate in attività di accoglienza riservate, in buona parte, ai beneficiari del progetto dei "corridoi umanitari".

"La nostra proposta - spiegano i due pastori - nasce dall'apprezzamento della soluzione trovata in casi analoghi quando altri profughi arrivati in Italia sono poi stati parzialmente ricollocati sulla base di accordi con alcuni stati europei. Come si ricorderà, in quei casi quote di migranti furono accolte dalle strutture della Conferenza episcopale italiana. Per consolidare questo modello operativo, siamo da tempo impegnati presso le chiese protestanti e gli organismi ecumenici europei, perché sostengano attivamente politiche di accoglienza condivise e solidali".(ANSAmed).

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