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Festival Sabir, restituire verità a narrazione sui migranti

Chiusa la tre giorni a Lecce

Redazione Ansa

(di Olga Piscitelli) 

LECCE - Primo: "Restituire verità alla narrazione sui migranti". Per definire un'agenda comune delle reti, dei movimenti e delle organizzazioni sociali, anche in vista delle elezioni europee, il festival Sabir, che si è chiuso a Lecce, domenica 19 maggio, traccia le linee guida del programma. Giuristi che demoliscono l'hashtag #portichiusi, volontari che ripercorrono la cronaca dei soccorsi in mare, semiologi e linguisti che ridanno peso alle parole. "In mare esistono solo naviganti e naufraghi", dice Riccardo Gatti di Open Arms e "il soccorso è obbligatorio", gli fa eco Lucia Gennari, avvocato di Mediterranea. Annalisa Camilli di Internazionale ripercorre la storia di una "mistificazione creata ad arte", quella del caso Josefa e delle sue unghie smaltate di rosso. Nel libro 'La legge del mare. Cronache dei soccorsi nel Mediterraneo (Rizzoli, 2019), tra i tanti presentati a Sabir, racconta il caso Diciotti. C'è chi tenta di far chiarezza tra i numeri contando 600 mila irregolari in Italia, a dispetto dei 90mila "clandestini" che risultano al ministero dell'Interno. L'abolizione della protezione umanitaria ha fatto lievitare il conto, spiegano i dossier Caritas, con Arci e Cgil tra gli organizzatori di questo 'festival diffuso delle culture mediterranee'. Incertezza e disorientamento si dissipano guardando alla storia degli ultimi decenni, alle leggi sulle migrazioni, a partire da quella Martelli del '90, la prima a superare il criterio di "riserva geografica", fino al più recente Decreto sicurezza.

Ne risulta un'istantanea del Mediterraneo che va oltre la dolorosa attualità: nel mare di Ulisse, l'eroismo di moderni Enea restituisce spessore ai temi fondanti della cultura classica e cattolica, musulmana ed ebraica. Sono più di 10mila le presenze a Sabir, distribuite su oltre 80 incontri, nel cuore del barocco salentino. A pochi chilometri c'è lo stadio della Vittoria, a Bari, dove l'8 agosto del '91 con l'arrivo della Vlora furono assemblati migliaia di albanesi. È stato il più grande arrivo di migranti in Italia su una singola nave: erano 20 mila, assetati e affamati, uno choc per il Paese. I cento volontari Arci e Caritas accolgono gli oltre 2000 partecipanti al festival Sabir, il migliaio di iscritti alle formazioni per giornalisti, avvocati e operatori sociali, curiosi e specialisti che si sono distribuiti nel corso delle tre giornate a seguire concerti e studiare dati. Almeno 200 gli ospiti giunti dall'estero, tra rappresentanti della società civile delle due rive del Mediterraneo e di reti internazionali.

Ci sono le testimonianze di sindaci italiani cui è toccato affrontare la sfida dell'integrazione nei loro territori e osservatori africani che raccontano emergenze e urgenze delle migrazioni. C'è spazio per affrontare crisi identitarie e nuove tratte, puntando l'occhio su come cambiano le vittime oltre che le rotte del traffico, l'organizzazione del racket e le politiche di contrasto. Il prossimo Sabir potrebbe essere ospitato ancora una volta dalla Puglia, dato che il presidente Emiliano vorrebbe creare una Rete delle Regioni del Sud. (ANSAmed)

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