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Felipe VI elogia contributo marocchini a sviluppo Spagna

Al termine visita a Rabat. Borrell: chiudere porti non soluzione

Redazione Ansa

MADRID - A fronte delle tendenze xenofobe che attraversano l'Europa, Il re Felipe VI ha elogiato a Rabat "il contributo degli immigranti marocchini allo sviluppo della Spagna", al termine della sua visita ufficiale in Marocco. In un incontro con la comunità spagnola nel paese, il sovrano - citato oggi dai media iberici - ha esortato a tendere ponti fra le due rive dello Stretto di Gibilterra, ricordando al contempo "l'estesa comunità marocchina che vive e contribuisce senza dubbio allo sviluppo della Spagna".

Il monarca è stato accompagnato nella visita ufficiale da sei ministri, fra i quali il titolare degli esteri, Josep Borrell, che al termine di un incontro con l'omologo marocchino Naser Burita ha a sua volta rilevato "l'ampissimo contributo al nostro Pese dell'estesa collettività marocchina" di oltre 800mila persone in Spagna, delle quali 230mila iscritte alla Previdenza sociale. Borrell, citato da El Pais, ha contrapposto due visioni del fenomeno dell'immigrazione: "Quella di quanti se ne avvalgono per generare paura e timori nella popolazione e quella di chi vuole estrapolare gli aspetti positivi che ha per la società". Borrell ha evidenziato la necessità di sostituire "l'immigrazione illegale e clandestina con quella regolare e programmata", come gli oltre 19mila lavoratori marocchini che hanno un contratto in Spagna per la raccolta delle fragole nel 2019. "Chiudere i porti di un Paese non può essere la soluzione", ha avvertito.

Anche Burita ha criticato quanti danno precedenza "all'egoismo nazionale". Il fenomeno dell'immigrazione, con oltre 64mila arrivi irregolari sulle coste spagnole nel 2018, ha segnato il viaggio dei monarchi spagnoli nel regno alauita. Al suo arrivo, mercoledì a Rabat, il re Felipe VI ha ringraziato il monarca Mohamed VI per lo sforzo nel controllo delle frontiere e ha chiesto di andare oltre, intensificando la collaborazione fra i due Paesi all'insegna della "corresponsabilità" e della "complementarietà", per frenare le ondate di migranti clandestini nel Paese, frontiera sud d'Europa.

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