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"Marocco, paese intollerante", accusa Human Rights Watch

Rapporto Ong, non accetta dissenso e falle in sistema diritti

Tra le falle in tema di diritti in Marocco denunciate da HRW "la repressione di ogni manifestazione di protesta, anche quando sono pacifiche"

Redazione Ansa

RABAT - Human Rights Watch bacchetta il Marocco: "è un paese sempre più intollerante nei confronti del dissenso". L'organizzazione non governativa di base a New York passa al setaccio le falle del sistema marocchino in tema di diritti e nel rapporto annuale elenca i punti critici. Forze dell'ordine che "abusano dei mezzi di correzione", "repressione di ogni manifestazione di protesta, anche quando sono pacifiche", "processi iniqui", come nel caso dei detenuti dell'Hirak, il movimento che ha scosso il nord del Marocco e soprattutto la città di Al Hoceima tra il 2016 e il 2017, "detenuti inascoltati", come i prigionieri di Kenitra, a nord di Rabat, che volevano avvicinarsi alle loro famiglie nelle province del Sud. E, ancora, organizzazioni per i diritti di fatto messe nell'impossibilità di lavorare, per esempio nelle zone del Sahara occidentale.

Dito puntato anche sulla condizione femminile, con i matrimoni tra minori che rappresentano un "problema rilevante", nonostante il codice di famiglia fissi l'età minima per le nozze a 18 anni, e quella legge contro la violenza contro le donne, entrata in vigore nel settembre 2018, che "non è abbastanza efficace nei controlli", "non aiuta chi potrebbe sporgere denuncia e cioè proprio le donne".

Inoltre, il codice penale del Marocco "continua a discriminare le persone Lgbt". L'articolo 489 stabilisce pene da sei mesi a tre anni "per atti osceni o innaturali con un individuo dello stesso sesso".

Poi c'è il nodo migranti: "non esiste ancora il diritto d'asilo". E pur riconoscendo a oltre un migliaio di migranti l'accesso ai "servizi pubblici essenziali, come l'istruzione e la salute, il Marocco non ha concesso loro il diritto al lavoro".

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