(ANSAmed) - TUNISI, 14 DIC - Le unità di sicurezza tunisine
hanno sequestrato in un magazzino al centro della città di Sfax
oltre 50 mila gilet rossi, dopo le informazioni riservate giunte
alla polizia che gli stessi sarebbero destinati ad essere
distribuiti in occasione delle eventuali proteste popolari
previste per il prossimo gennaio. Lo rendono noto i media
locali.
Questi gilet - precisano i media - sarebbero tuttavia stati
importati legalmente e con una procedura autorizzata dalle
autorità doganali. Del resto, si apprende, che da giorni, le
autorità tunisine, monitorano la produzione e l'importazione di
gilet rossi dopo l'annuncio su facebook l'8 dicembre scorso
della nascita del movimento dei "gilet rossi" sulla falsariga di
quelli gialli francesi.
Il movimento per ora solo virtuale, pacifico e aperto a
tutti, rivendica per i giovani "dignità e diritto ad una vita
degna" e denuncia la visione sfuocata dell'attuale classe
politica e il divario esistente tra essa e il popolo tunisino.
Con il lancio del movimento, sui media tunisini è però
iniziato un dibattito condito di accuse e contro accuse spesso
basate su illazioni ma occasione di scontri dialettici veri. La
situazione sociale in Tunisia è sempre più tesa, dopo gli
obiettivi mancati della rivoluzione del 2011 per una maggiore
dignità e occupazione, con gli insegnanti scesi in piazza negli
ultimi giorni a protestare per migliori condizioni economiche e
altre categorie tra le quali avvocati e commercialisti contro
alcuni articoli della finanziaria 2019.
Oggi uno sciopero improvviso dei conducenti di autocisterne
ha causato lunghe file ai distributori di benzina del paese,
molti dei quali risultano già a secco.
Per sabato è prevista una manifestazione di protesta delle
associazioni della società civile e di alcuni movimenti
cittadini contro il rimborso rimborso delle vittime del regime,
secondo un elenco stilato dalla Commissione Verità e Dignità che
ha concluso i propri lavori in questi giorni. (ANSAmed)
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Tunisia:media,autorità sequestrano 50mila gilet rossi
Per timori utilizzo in proteste a gennaio 2019