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Papa: accogliere migranti è responsabilità morale

Il pontefice ricorda i 70 anni Dichiarazione dei Diritti umani

Redazione Ansa

CITTA' DEL VATICANO - "Nessuna efficace soluzione umanitaria al pressante problema" costituito dalla "presente crisi delle migrazioni di massa" "può ignorare la nostra responsabilità morale, con la dovuta attenzione al bene comune, per accogliere, proteggere, promuovere e integrare coloro che bussano alle nostre porte in cerca di un futuro sicuro per loro stessi e per i loro figli". Lo ha detto papa Francesco parlando a dieci nuovi ambasciatori presso la Santa Sede e ricordando i 70 anni della Dichiarazione Universale delle Nazioni Unite sui Diritti dell'Uomo.
Parlando nella Sala Clementina ai nuovi ambasciatori di Grenada, Gambia, Bahamas, Svizzera, Capo Verde, Islanda, Turkmenistan, Malta, Qatar ed Estonia presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali, papa Francesco ha ricordato che la comunità internazionale ha appena celebrato un "significativo anniversario: settant'anni fa questo mese ha visto l'adozione della Dichiarazione Universale delle Nazioni Unite sui Diritti dell'Uomo". "Questo fondamentale documento - ha sottolineato - continua a guidare gli sforzi della diplomazia internazionale per garantire la pace nel mondo e promuovere lo sviluppo integrale di ogni individuo e di tutti i popoli. I due obiettivi sono infatti inseparabili". "Nelle sue primissime parole, la Dichiarazione stabilisce che 'il riconoscimento della dignità inerente e a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali e inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo' (Preambolo)", ha rievocato il Pontefice.
"In questi tempi di profondi cambiamenti sociali e politici - ha proseguito -, non può venir meno l'impegno verso questo principio da parte dei governi e dei popoli. È essenziale che il rispetto per la dignità umana e per i diritti umani ispiri e diriga ogni sforzo nell'affrontare le gravi situazioni di guerra e conflitti armati, di opprimente povertà, discriminazione e disuguaglianza che affliggono il nostro mondo e che negli ultimi anni hanno contribuito alla presente crisi delle migrazioni di massa". "Nessuna efficace soluzione umanitaria a quel pressante problema - ha quindi aggiunto - può ignorare la nostra responsabilità morale, con la dovuta attenzione al bene comune, per accogliere, proteggere, promuovere e integrare coloro che bussano alle nostre porte in cerca di un futuro sicuro per loro stessi e per i loro figli (cfr Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2018, 4)". La Chiesa, da parte sua, ha concluso Francesco, "è impegnata a lavorare con ogni interlocutore responsabile in un dialogo costruttivo teso a proporre concrete soluzioni a questo e altri urgenti problemi umanitari, con l'obiettivo di preservare vite umane e dignità, alleviando sofferenze e incrementando un autentico e integrale sviluppo".

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