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Migranti: Aquarius costretta a chiudere le operazioni

'L'Europa condanna le persone a morire in mare'

Redazione Ansa

ROMA - "Dopo due mesi in porto a Marsiglia senza riuscire a ottenere una bandiera, e mentre uomini, donne e bambini continuano a morire in mare, Msf e SOS Méditerranée sono costrette a chiudere le attività della nave Aquarius". Lo annuncia Medici senza Frontiere, parlando di "una scelta dolorosa, ma purtroppo obbligata, che lascerà nel Mediterraneo più morti evitabili, senza alcun testimone".
Negli ultimi due mesi, "con persone disperate che continuano a fuggire in mare lungo la rotta migratoria più letale al mondo, la nave Aquarius è rimasta bloccata in porto, impossibilitata a portare avanti la propria azione umanitaria salvavita", scrive Msf in una nota. È il risultato della "prolungata campagna avviata dal governo italiano e supportata da altri stati europei, per delegittimare, diffamare e ostacolare le organizzazioni umanitarie impegnate a soccorrere persone vulnerabili nel Mediterraneo. Insieme alle inadeguate e inumane politiche migratorie dell'Unione Europea, questa campagna contro le organizzazioni in mare sta minando il diritto internazionale e i principi umanitari. In mancanza di una soluzione immediata, Msf e Sos Mediterranee non hanno altra scelta che porre fine alle operazioni della nave Aquarius".
"È un giorno buio" dichiara Gabriele Eminente, direttore generale di MSF. "Non solo l'Europa ha fallito nel garantire la necessaria capacità di ricerca e soccorso, ma ha anche sabotato chi cercava di salvare vite umane. La fine di Aquarius vuol dire più morti in mare, più morti evitabili che avverranno senza alcun testimone". "Oggi l'Europa supporta direttamente i rimpatri forzati, mentre celebra presunti successi sulla migrazione" aggiunge Claudia Lodesani, presidente di Msf. "In un crescente clima di criminalizzazione dei migranti e di chi li aiuta, si perde di vista il principio stesso di umanità" conclude Claudia Lodesani di MSF. "Finché le persone continueranno a morire in mare o a subire atroci sofferenze in Libia, cercheremo nuovi modi per fornire loro l'assistenza umanitaria e le cure mediche di cui hanno disperatamente bisogno."
"Meno partenze, meno sbarchi, meno morti. Bene così", ha commentato il ministro dell'Interno Matteo Salvini in merito alla chiusura delle attività della nave Aquarius, definita invece una "bruttissima notizia" da Amnesty International. "Negli ultimi due anni l'Aquarius e il suo equipaggio hanno soccorso quasi 30.000 persone nel Mediterraneo", ha ricordato Kumi Naidoo, segretario generale di Amnesty International. Nello stesso periodo i governi europei non solo non hanno contribuito alla ricerca e al soccorso in mare ma hanno persino aiutato la Guardia costiera libica a riportare persone in Libia e attivamente ostacolato le operazioni di salvataggio di vite umane come quelle portate avanti dalla nave Aquarius".
Così facendo, "i leader europei hanno mostrato quali sono le loro reali priorità: la chiusura, ai migranti e ai rifugiati, della rotta del Mediterraneo centrale anche a costo dell'aumento delle morti in mare. Oggi rendiamo omaggio alla nave Aquarius e al suo coraggioso equipaggio. Continueremo a stare dalla loro parte, sfidando le politiche crudeli e illegali che condannano le persone ad annegare".

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