Rubriche

Mediterraneo, tornano a Roma i 'Med Dialogues'

Tre giorni per cercare agenda positiva oltre le crisi regionali

Redazione Ansa

(di Patrizio Nissirio)

ROMA - Roma torna ad essere da oggi e fino a sabato 24 novembre il centro del Mediterraneo, ospitando un numero straordinario di protagonisti di politica ed economia, studiosi ed analisti, esponenti delle organizzazioni internazionali e di grandi aziende. Si apre oggi la quarta edizione dei Rome Med - Mediterranean Dialogues, l'iniziativa promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dall'ISPI che rappresenta uno dei principali fori globali di riflessione e dialogo per la definizione di un'agenda positiva, al di là delle sfide e delle crisi a cui la regione fa da sfondo - per il futuro del Mediterraneo "allargato". Come sempre, i Med Dialogues - di cui ANSAmed è media partner - ruotano attorno ad alcuni temi-pilastro: Prosperità condivisa, Sicurezza condivisa, Migrazioni, Società civile e cultura. Le varie sessioni si tengono sotto l'ombrello di questi temi, che vengono osservati, dibattuti, analizzati da ogni possibile punto di vista.
La lista degli interventi racchiude figure ancora una volta chiave della scena internazionale. Il programma prevede l'intervento in chiusura del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, mentre i lavori verranno aperti, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e dopo l'intervento del presidente dell'Ispi Giampiero Massolo, dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e dal presidente iracheno Barham Salih.
Il programma entrerà subito nel vivo con due sessioni plenarie, la prima attorno al tema della Sicurezza condivisa ('La ricerca dell'egemonia regionale: prevenire l'escalation) e la seconda nell'ambito della Sicurezza condivisa ('Daesh/Isis: il giorno dopo. Contrastare una nuova ondata di estremismo violento'). Tra gli interventi della prima, il segretario generale della Lega Araba Ahmed Aboul Gheit; Ayman Al Safadi, ministro degli Esteri della Giordania; Anwar Gargash, ministro degli Esteri degli Emirati arabi uniti. Nella seconda sessione, tra gli altri, parleranno Mohamed Ali Alkhaim, ministro degli Esteri iracheno; Mohamed Taher Siala, ministro degli Esteri del governo di unità nazionale libico; Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato e il ministro della Difesa italiano Elisabetta Trenta. Subito dopo, due 'dialoghi speciali', con il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif e, a seguire, con il vicepremier del Qatar Mohamed bin Abdulrahman bin Jassim Al-Thani. Le giornate successive ospiteranno altri oratori di spicco, quali il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, una presenza costante ai Med Dialogues, e il sottosegretario di Stato Usa David Hale. E poi, tra gli altri, Staffan De Mistura, l'inviato speciale Onu per la Siria; Claudio Descalzi, ad di Eni; Yuli-Yoel Edelstein, speaker della Knesset, il parlamento israeliano; Tarek El Molla, ministro del Petrolio egiziano; Rached Ghannouchi, presidente del partito Ennahda in Tunisia; Khemaies Jhinaoui, ministro degli Esteri tunisino; Nasser Kamel, segretario generale dell'Unione per il Mediterraneo; Riyad Malki, ministro degli Esteri palestinese; Abdelkader Messahel, ministro degli Esteri algerino; Alessandro Profumo, ad di Leonardo; António Vitorino, direttore generale dell'Oim. Pace, occupazione, sviluppo economico, giovani, donne, ambiente, energia, infrastrutture: i Med Dialogues promettono ancora una volta un giro d'orizzonte unico sul Mediterraneo, alla ricerca di opportunità positive per i paesi della regione e per quelli che qui hanno loro interessi, un filo che non si deve mai spezzare, dietro al dramma di guerre e crisi umanitarie.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it