(ANSAmed) - SARAJEVO, 16 NOV - "La verità va sempre cercata
nei fatti", ha scritto il premier bosniaco Denis Zvizdic in un
comunicato diffuso a Sarajevo con riferimento a quanto detto
dalla premier serba Ana Brnabic, secondo la quale il massacro di
Srebrenica di oltre ottomila civili musulmani nell'estate del
1995, "non è stato un genocidio".
Zvizdic ha voluto "ricordare alcuni fatti noti e accessibili
all'opinione pubblica, accertati con sentenze passate in
giudicato dei tribunali internazionali e bosniaci", in primo
luogo del Tribunale penale internazionale dell'Aja per i crimini
di guerra nell'ex Jugoslavia (Tpi).
"I progetti egemonici della Serbia - ha detto Zvizdic -
durano da un secolo e mezzo", ma non tutti i serbo-bosniaci, ha
affermato, erano a favore della politica criminale di (Slobodan)
Milosevic e (Radovan) Karadzic e perciò "non avrà successo il
progetto della negazione del genocidio, della revisione dei
fatti storici o quello di mettere sullo stesso piano vittime e
carnefici".
Riconoscere il genocidio, ha detto Zvizdic, è "la condizione
prima dell'indispensabile catarsi senza la quale non sono
possibili i processi di riconciliazione, e non è possibile
costruire una moderna e prospera Serbia senza confrontarsi con
il passato". "Spero pertanto - ha concluso il premier bosniaco -
che presto arriverà un leader che segnerà una svolta e che,
nell'interesse del futuro comune, riconoscerà il genocidio, cosa
che lei evidentemente non può o non vuole fare". (ANSAmed).
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Bosnia: Srebrenica, critiche a premier serba su genocidio
Primo ministro, 'riconoscerlo è condizione per riconciliazione'