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Grecia: governo-Chiesa, intesa su riforma religione di stato

Arcivescovo, non ci opporremo. Garantiti stipendi a clero

Redazione Ansa

ROMA - Storica intesa in Grecia tra la potente chiesa ortodossa e lo Stato: quest'ultimo continuerà a garantire lo stipendio di circa 9.000 persone appartenenti al clero, in cambio di una "non opposizione" della Chiesa alla proposta di riforma che intende abolire l'Ortodossia come religione di stato, rendendo la Grecia 'neutrale' dal punto di vista religioso. L'annuncio è stato dato in un messaggio televisivo congiunto dello stesso Tsipras e dall'arcivescovo Ieronymos, capo della chiesa ortodossa ellenica. Proprio il premier ha parlato di accordo "storico" che apre la strada ad una riforma costituzionale, precisando che i preti ortodossi non saranno più considerati dipendenti pubblici, come avvenuto finora, ma che il loro stipendio proverrà da un fondo di sostegno pubblico alla Chiesa. Si tratta di circa 189 milioni di euro l'anno. Stato e Chiesa collaboreranno inoltre per la gestione delle proprietà della Chiesa, dividendo i ricavi. Questa parte dell'intesa è particolarmente rilevante, perché potrebbe mettere fine ad un lungo contenzioso tra il demanio e la Chiesa proprio sulla questione dei profitti derivanti dai beni ecclesiatici (la Chiesa è considerata il primo proprietario terriero ed immobiliare del Paese).

"Questo accordo mostra la nostra intenzione di fare un passo avanti, nel segno del reciproco rispetto", ha affermato l'arcivescovo. Secondo un comunicato congiunto, queste intese saranno la base per ulteriori discussioni: il governo e il Sacro Sinodo (massimo organo decisionale della chiesa ortodossa greca) si incontreranno tra qualche tempo per approvare le riforme concordate.

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