(ANSAmed) - SARAJEVO, 11 OTT - Quest'anno ricade il 155°
anniversario dello stabilimento della prima sede diplomatica
italiana in Bosnia Erzegovina. Infatti il 20 giugno 1863 venne
inaugurato il primo Consolato Generale d'Italia, sotto la
direzione del Console Cesare Durando. A quell'epoca la Bosnia
Erzegovina era ancora parte dell'Impero Ottomano e l'Italia era
diventata uno Stato unitario da appena due anni. Il Consolato
Generale a Sarajevo era quindi una delle prime sedi
diplomatiche, necessaria ad osservare l'evoluzione della
politica internazionale nei Balcani. I documenti dei primi
Consoli rivestono ancora oggi una grandissima importanza, perché
sono ricchi di dati, informazioni e ricerche e danno un'idea
dell'attenzione con cui l'Italia guardava alla Bosnia
Erzegovina.
Nei pressi di Begov Han riposa anche il terzo Console
Generale d'Italia. Egli fu infatti ucciso nel 1878 da una banda
di briganti che, sentendolo parlare tedesco con un mercante
austriaco lungo la strada, scambiò entrambi per spie, nell'anno
dell'occupazione austriaca della Bosnia Erzegovina. Queste
informazioni su Perrod, e tante altre, sono raccontate anche dal
Prof. Rade Petrovic, già Preside della Facoltà di Filosofia a
Sarajevo negli anni '60, che ha scritto molto sulle relazioni
tra l'Italia e la Bosnia Erzegovina. Petrovic oggi vive a
Dubrovnik e ha studiato approfonditamente la presenza italiana
in Bosnia Erzegovina attraverso i primi documenti della missione
diplomatica italiana.
Sulla base di queste e di altre informazioni da noi raccolte,
è stata avviata la stesura di un libro che racconterà gli anni
di amicizia tra questi due Paesi, contenente capitoli redatti da
vari autori che ripercorreranno questi 155 anni con
testimonianze qualificate. Intendiamo inoltre organizzare una
mostra fotografica sui primi documenti diplomatici, per fare
rivivere i documenti del periodo 1863-1914.
A tal proposito, l'Ambasciata vuole lanciare un appello
stampa, sia in Bosnia Erzegovina, sia in Italia, per raccogliere
testimonianze e fotografie particolarmente attinenti od
interessanti, o eventualmente oggetti che raccontino della
presenza italiana nel Paese, soprattutto per il periodo meno
recente. Speriamo in questo modo di conoscere anche particolari
poco noti e di contribuire alla parte iconografica del libro.
Per tutto il materiale, oltre a far riferimento all'indirizzo
dell'Ambasciata (Cekalusa 39, Sarajevo), sarà possibile spedire
via mail qualsiasi documento a: italia.bih@gmail.com entro il 15
Novembre.
Per concludere, quest'anno cade anche il Centenario dalla
fine della Grande Guerra e in tale occasione sono state
riesumate le spoglie di Cirillo Falcon, un Alpino catturato
nell'attacco al Dente Austriaco, sulle Dolomiti italiane,
deceduto nel campo di prigionia di Zepce nel 1917. Cento anni
dopo la fine della prima Guerra Mondiale, Cirillo Falcon
rientrerà finalmente in Italia, da lì dove tutto iniziò. Anche
tale anniversario, ricco di significato, è un ulteriore invito
ad intraprendere questo progetto di memoria e di racconto.
(ANSAmed).
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Italia-Bosnia: per 155/mo relazioni,Ambasciata prepara libro
Anche mostra fotografica su primi documenti diplomatici