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Diritti donne,esperti misureranno progressi nel Mediterraneo

Dibattito a convegno UpM Lisbona

Redazione Ansa

MADRID - Esperti e rappresentanti dei 43 Paesi aderenti all'Unione per il Mediterraneo hanno concordato un meccanismo unico, con indicatori regionali, per misurare in maniera efficace i progressi realizzati nell'ambito dei diritti della donna, per valutare le differenze di genere e formulare raccomandazioni a politici e parlamentari. E' una delle conclusioni della quarta conferenza regionale di alto livello sull'empowerment delle donne, che è svolta ieri e oggi a Lisbona, organizzata dalla UpM in collaborazione con il Portogallo.

All'insegna del tema 'Donne che costruiscono le società inclusive nel Mediterraneo', la conferenza ha riunito oltre 300 partecipanti di una trentina di Paesi delle due sponde del Mare Nostrum, fra cui alcune delle voci più attive della lotta per l'uguaglianza di genere nella regione. Inaugurate dalla presidente di Malta, Marie-Louise Coleiro Preca, le sessioni di lavoro hanno contato sulla presenza delle ministre per l'uguaglianza di genere Maria M. Leitao Marques (Portogallo), Hala Lattouf (Giordania) e Neziha Labidi (Tunisia) e della presidente del Consiglio Nazionale Egiziano per la Donna, Maya Morsi, oltreché della segretaria generale del Servizio Europeo di Azione Estera, Helga Schmid. Mentre l'alta rappresentante della Ue per la Politica estera e la sicurezza, Federica Mogherini, in un messaggio in video, ha richiamato l'attenzione sugli ostacoli che milioni di donne ancora affrontano nella regione e dello sforzo comune necessario per superarli. "L'obiettivo è che ogni donna possa realizzare i suoi sogni, senza che importi dove è nata, come va vestita e cosa pensino gli uomini di lei", ha detto la Mogherini. "L'uguaglianza di genere è un diritto umano fondamentale, un indicatore di sviluppo e un contributo essenziale agli sforzi per far fronte alle pressanti sfide che oggi si impongono nella regione", ha osservato Kamel Nasser, il segretario generale della UpM, nel suo discorso di apertura. L'incontro ha fornito l'opportunità di tracciare un bilancio dei progressi realizzati dagli Stati membri dell'Unione mediterranea un anno dopo l'adozione della dichiarazione ministeriale sul Rafforzamento del ruolo della donna nella società, approvata al Cairo.

Nella due giorni nella capitale lusitana sono stati evidenziati progetti innovativi come SheFighter, un programma giordano di arti marziali che ha insegnato autodifesa a oltre 10mila donne nel Medio Oriente. Presentata anche una campagna per prevenire e combattere la violenza contro le bambine e le donne nei Paesi della sponda sud del Mare Nostrum, che sarà lanciata nei prossimi mesi dall'UpM nei paesi della regione. E il progetto più recente del partnerariato, che punta a un maggiore coinvolgimento civile e sociale delle donne e dei giovani nella lotta contro la violenza e il terrorismo nelle comunità locali. Da poco adottato dagli Stati membri della UpM, il programma ha una durata di 4 anni, con un investimento di 2,6 milioni di euro, è destinato a 5mila beneficiari diretti e 20mila membri delle comunità e sarà realizzato nella fase iniziale in Marocco e Tunisia. I partecipanti alla quarta conferenza hanno dibattuto inoltre sul ruolo degli uomini, del settore privato e dei media nell'eliminazione degli stereotipi e delle barriere sociali che ostacolano un'effettiva parità delle donne. Uno dei focus ha riguardato le diverse forme per combattere la violenza e per l'emancipazione nelle zone agricole e rurali; così come il ruolo delle donne nel mondo della scienza, della tecnologia e dell'innovazione e le misure per investire nel campo della salute riproduttiva. Seminari paralleli sono stati indetti da organizzazioni internazionali come Onu Donne, Onudi, Pnud, l'Assemblea Parlamentare permanente dell'UpM, e fondazioni come Science Po Paris, la Fondazione Konrad Adenauer, Ciheam e la Fondazione per le donne euromediterranee.

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