(di Salvatore Lussu)
(ANSAmed) - ROMA, 19 SET - L'Italia, con il pressing del
premier Giuseppe Conte e del ministro degli Esteri Enzo Moavero
Milanesi, insiste nel chiedere "una risposta europea" alla
gestione dei flussi migratori del Mediterraneo. Ma perché questa
risposta arrivi, se arriverà, bisogna aspettare ancora. Di certo
nulla di decisivo - né sulla questione dei porti di sbarco delle
missioni europee, né sulla riforma del regolamento di Dublino
sull'asilo - arriverà dal vertice informale dei leader dell'Ue
in programma oggi e domani a Salisburgo. Un appuntamento cui
gli Stati del Vecchio Continente arrivano ancora una volta
divisi.
Delle questioni sul tavolo Conte ha parlato con il
cancelliere austriaco Sebastian Kurz, il cui Paese ha fino a
dicembre la presidenza di turno dell'Unione. Kurz, dopo avere
incontrato Merkel e Macron, è sceso a Roma come ultima tappa del
suo tour organizzato per tastare il polso alle capitali in vista
del vertice. "Se non vogliamo un altro caso Diciotti abbiamo
bisogno di una risposta europea", lo ha incalzato Conte. Quanto
alle migrazioni, il premier ha ribadito la richiesta di più
investimenti in Nord Africa e di rivedere le missioni europee,
per far sì che anche i porti di altri Paesi rivieraschi siano
coinvolti negli sbarchi.
Kurz ha sottolineato ancora una volta la necessità di
rafforzare quanto prima Frontex, l'agenzia Ue per il controllo
delle frontiere, come propone la Commissione europea, anche se
l'idea ha già suscitato perplessità in vari Stati membri. Nel
blocco dei Paesi Visegrad, ad esempio.
I capi di Stato e di governo dell'Ue parleranno del punto
specifico di Frontex in una discussione ad hoc giovedì durante
il vertice in Austria. Gli altri dossier relativi al nodo delle
migrazioni saranno invece affrontati già oggi. Ma secondo fonti
europee non c'è da attendersi alcuna svolta o passo in avanti.
L'unica speranza, a Bruxelles, è quantomeno raggiungere un
risultato minimo: recuperare un "clima costruttivo", come chiede
il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Che ammonisce:
la crisi rimarrà "irrisolvibile" finché ci sarà qualcuno che non
vuole risolverla e che di fatto "la usa" per i propri tornaconti
di consenso.
Che il clima non sia dei migliori per una soluzione condivisa
lo ammette anche il ministro degli Esteri Moavero, volato a
Bruxelles per una riunione del Consiglio Affari generali. Sui
migranti, dice, "siamo molto divisi, anche aspramente. Ma si
tratta di una questione reale, politica e concreta, con
un'incidenza sui flussi elettorali". Un tema, insomma, su cui
potrebbe giocarsi una buona fetta di campagna elettorale per le
europee in calendario la primavera dell'anno prossimo.
(ANSAmed).
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L'Italia in pressing sui migranti, ma l'Europa fa muro
Conte insiste con Kurz. Tusk: 'Crisi irrisolvibile con le urla'