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Yemen: Hrw accusa sauditi, 50 stragi di civili in 2018

Dopo raid contro scuolabus, monta imbarazzo alleato Gb

La carcassa dello scuolabus centrato la settimana scorsa da un raid della coalizione a guida saudita, in cui sono morti circa 40 bambini

Redazione Ansa

LONDRA - Il raid che la settimana scorsa ha centrato uno scuolabus uccidendo una cinquantina di persone, fra cui circa 40 bambini, è solo una delle "oltre 50" stragi di civili commesse dalla coalizione a guida saudita nella guerra dello Yemen nel 2018. Lo denuncia Human Rights Watch (Hrw), in un'analisi ripresa dal Guardian online sullo sfondo di polemiche che cominciano a montare pure a Londra per il tradizionale sostegno politico a Riad da parte del governo britannico e le massicce forniture di armi usate nello stesso Yemen.

L'organizzazione per i diritti umani contesta i dati ufficiali del Joint Incidents Assessment Team (Jiat) che, su 75 segnalazioni di raid con vittime civili, ha riconosciuto solo due violazioni delle regole d'ingaggio, parlando di "errori" in una decina di altri casi e per il resto addirittura di azioni militari "legittime" (come nel caso dello scuolabus): 'giustificate' dall'alibi dell'uso di presunti "scudi umani" da parte dei ribelli sciiti Houthi. Per Hrw, lo Jiat non fa che appoggiare la versione dei militari sauditi. Mentre Riad continua a godere della protezione dei suoi tre maggiori alleati e fornitori bellici occidentali: Usa, Regno Unito e Francia.

Inoltre, "nessuna delle famiglie di vittime da noi interpellate è stata contattata" per essere risarcita, a dispetto delle promesse, dice al Guardian Kristine Bekerle, ricercatrice dell'ong impegnata sul dossier yemenita.

Indicazioni analoghe arrivano dal terreno dalla Croce Rossa Internazionale, mentre la missione del Pentagono annunciata da James Mattis per fare luce sull'eccidio dello scuolabus non ha prodotto finora risultati e l'appello del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, per un'inchiesta "indipendente e immediata" resta al momento lettera morta. Sul fronte politico britannico, invece, il sottosegretario agli Esteri Alistair Burt si è limitato a esprimere "profonda preoccupazione" dopo l'ultimo raid, nel silenzio assoluto della premier Theresa May e del capo del Foreign Office, Jeremy Hunt. Reazione che Fabian Hamilton, responsabile del Disarmo e della Pace nel governo ombra laburista di Jeremy Corbyn, ha bollato come "oscena". E che secondo Andrew Smith, del movimento Campaign Against Arms Trade, rivela - attraverso "il silenzio complice di Downing Street" - la volontà di "mettere i profitti delle industrie belliche davanti ai diritti umani e alle vite degli yemeniti".

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