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Migranti: Nato, se barca in difficoltà si deve intervenire

Ammiraglio Usa, da Hub strategico nuovo impulso per azione

L'ammiraglio James Foggo, comandante del Comando Interforze Alleato di Napoli

Redazione Ansa

CASTEL VOLTURNO (CASERTA) - "Quando un marinaio incontra una barca in difficoltà deve sempre intervenire con l'obiettivo di salvare vite umane. É una regola del mare". É quanto ha detto l'ammiraglio James Foggo, comandante del Comando Interforze Alleato di Napoli, in occasione della prima giornata di studio dell'Hub di direzione strategica della Nato per il Sud. "La Marina opera in completa autonomia e può decidere anche le modalità di intervento".

"L'immigrazione è un problema prettamente internazionale, per questo la Nato ha capito che doveva dare nuovo impulso alla sua azione e soprattutto cercare di capire e analizzare le cause del fenomeno per poi agire. L'Hub di direzione strategica della Nato per il Sud ha proprio questa funzione", ha spiegato l'ammiraglio Foggo durante la conferenza stampa a Castel Volturno (Caserta) in occasione della prima giornata di studio dell'Hub. "Se la gente emigra - ha proseguito Foggo - è perché non vuole più stare nel Paese in cui è nata, allora noi dobbiamo cercare di migliorare le condizioni economiche e sociali di quegli Stati, creando stabilità per i giovani, appoggiando Governi che abbiano un'etica e rispettino la legge, creando dunque Stati di diritto e un sistema giudiziario che applichi la legge. Se facciamo ciò allora le persone non emigreranno. Ma se non diamo una mano a stabilizzare il Sud, la Russia e la Cina prenderanno il nostro posto e i loro obiettivi sono diversi dai nostri".

Foggo ha aggiunto come in questa ottica sia "importante coinvolgere i soggetti, sia le istituzioni che le organizzazioni internazionali e non governative, che operano nei territori africani e nel Medio-Oriente, altra area cui si rivolge l'attività dell'Hub". Per il generale Roberto Angius, direttore dell'Hub, "l'immigrazione è un fenomeno che esiste da sempre. In questo primo anno di operatività dell'Hub abbiamo cercato di individuare le criticità; abbiamo capito per esempio che la Libia è solo il punto di arrivo di un percorso iniziato molto prima".

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