Rubriche

Migranti: operatori Chiesa a Cei, fermate il razzismo

Lettera ai vescovi, 110 firme tra persone impegnate in pastorale

Redazione Ansa

ROMA - Fermare il razzismo: lo chiede il Vangelo, e lo chiede Papa Francesco; non basta più attivarsi nelle opere concrete, occorre dare un segnale anche più 'politico', nel senso 'alto' della parola. E' questo in sintesi il messaggio che decine di operatori della Chiesa hanno voluto dare in una lettera alla Conferenza Episcopale Italiana (Cei) e a tutti i vescovi singolarmente.

In 110 hanno già firmato l'appello tra parroci e direttori delle Caritas, docenti delle università pontificie e responsabili scout, suore di congregazioni religiose a operatori delle diocesi.

La lettera non fa nomi e cognomi ma mette in guardia i vescovi da chi, "persino rappresentanti delle istituzioni", fa crescere "una cultura con marcati elementi di rifiuto, paura degli stranieri, razzismo, xenofobia". "In questo contesto sono diversi a pensare che sia possibile essere cristiani e, al tempo stesso, rifiutare o maltrattare gli immigrati, denigrare chi ha meno o chi viene da lontano, sfruttare il loro lavoro ed emarginarli in contesti degradati e degradanti. Non mancano, inoltre, le strumentalizzazioni della fede cristiana con l'uso di simboli religiosi come il crocifisso o il rosario o versetti della Scrittura, a volte blasfemo o offensivo". E allora serve la voce dei vescovi, perché alcuni sono stati già chiari, e i firmatari citano al proposito il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, e lo stesso presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti. "Ma restano ancora poche le voci dei Pastori - denunciano i firmatari della lettera - che ricordano profeticamente cosa vuol dire essere fedeli al Signore".

Secondo gli aderenti all'appello, non c'è niente che può giustificare il silenzio della Chiesa: "Né la paura di essere fraintesi o collocati politicamente, né la paura di perdere privilegi economici o subire forme di rifiuto o esclusione ecclesiale e civile". Non basta più accogliere, fare la propria parte ogni giorno accanto agli ultimi, perché - dicono i firmatari dell'appello - ora c'è "l'urgenza" di "annunciare con i mezzi di cui disponiamo che la dignità degli immigrati, dei poveri e degli ultimi per noi è sacrosanta". L'iniziativa - spiega il rev. Rocco D'Ambrosio, docente di Filosofia politica all'Università Gregoriana di Roma, tra i promotori e firmatari della lettera - è nata "da un confronto spontaneo, dall'esigenza di richiamare tutti ai valori del cristianesimo". L'appello è pubblicato anche dal sito 'cercasiunfine' che continua a raccogliere le firme.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it