(ANSAmed) - IL CAIRO, 6 LUG - Anche la tribù libica cui
apparteneva l'eroe della resistenza anti-italiana degli anni
Venti, Omar al-Mukhtar, ha lanciato un segnale di nervosismo per
il prospettato appoggio italiano alla Guardia di frontiera della
Libia in chiave di lotta al traffico di migranti sui confini
sud.
La tribù dei Minifa (o "Al Manfah"), in un comunicato
pubblicato e rilanciato dal sito Alwasat, ha denunciato "il
reiterato intervento italiano nella questione libica" destando
"preoccupazioni per una nuova occupazione".
Gli Al Manfah ricorda di essere la tribù "del martire Omar
al-Mukhtar" con riferimento implicito all' imam e guerrigliero
libico-cirenaico detto anche il "leone del deserto" impiccato
nel 1931 dopo la cattura da parte del generale Rodolfo Graziani.
Omar Al Mukhtar era dell'est della Libia mentre l'attenzione
italiana nella lotta al traffico di esseri umani é concentrata a
sud, dove a fine giugno dichiarazioni ostili al ruolo italiano,
presentato come foriero di uno smentito intervento militare,
erano venute da tribù dell'area di Ghat.
Per chiarire che i timori sono infondati, l'ambasciatore
d'Italia in Libia, Giuseppe Perrone, é intervenuto per due volte
su Twitter affermando che non é affatto previsto di compiere
"operazioni militari" ma solo di "sostenere la Libia
nell'esecuzione del proprio piano che punta a controllare le
frontiere".
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Migranti: Libia, tribù del 'leone del deserto' contro Italia
Discendenti guerrigliero al-Mukhtar, é 'nuova occupazione'