(di Cristoforo Spinella).
(ANSAmed) - ISTANBUL, 25 GIU - "La competizione non è stata
equa, ma accetto che (Recep Tayyip Erdogan) abbia vinto". Così
detto Muharrem Ince, principale candidato dell'opposizione nel
voto presidenziale in Turchia, in un messaggio inviato via
WhatsApp in diretta a un giornalista del canale tv Fox, ammette
la sconfitta.
Finora, il suo Chp aveva contestato i dati diffusi
dall'agenzia statale Anadolu, che a spoglio pressoché concluso
(98,4%) davano a Erdogan il 52,5% dei consensi, e dunque la
vittoria al primo turno. Già ieri sera, il presidente
festeggiava: "Una vittoria della democrazia", ha detto in un
breve discorso, mentre nel centro di Istanbul i sostenitori del
Sultano sfilavano con caroselli di auto inneggiando ad Allah.
Anche la coalizione che sostiene Erdogan mantiene la
maggioranza assoluta in Parlamento, grazie al risultato sopra le
attese dei nazionalisti dell'Mhp, veri vincitori di questo voto.
Senza di loro, l'esito sarebbe stato rovesciato. Ora, per il
Sultano si profila un mandato di cinque anni con poteri quasi
assoluti, ma in un Paese sempre spaccato a metà. Per il nuovo
esecutivo la priorità sarà l'economia, dopo il crollo della lira
turca che negli ultimi due mesi ha perso il 20%.
Forte la delusione per l'opposizione. Dopo il bagno di folla
nelle piazze, lo sfidante laico Muharrem Ince non ha tradito
nelle urne, superando il 30%: un risultato che il suo Chp non
toccava dagli anni Settanta. Ma non è bastato. Deludente la
performance dell'ex ministra degli Interni nazionalista Meral
Aksener, che si ferma poco sopra il 7%, dietro anche a
Selahattin Demirtas, il leader carismatico curdo candidato dal
carcere, all'8,2%.
Per il Parlamento, la coalizione del Popolo Akp-Mhp si
assicura circa 340 dei 600 seggi con il 53,5% complessivo. Ma il
partito di Erdogan perde molti consensi e senza i nazionalisti,
che con l'11% ottengono una cinquantina di seggi e si rilanciano
al centro della scena politica, non sarebbe riuscito a tenere la
maggioranza assoluta. Ora, è probabile che l'agenda di governo
ne risulti fortemente influenzata. L'alleanza della Nazione del
Chp con il Buon Partito di Akesener e gli islamisti del Sp si
ferma a 191 seggi con il 34%. In Parlamento entrano ancora i
filo-curdi dell'Hdp, superando la soglia di sbarramento del 10%
e conquistando 67 deputati.
L'affluenza alle urne è stata alta, come sempre in Turchia.
Secondo l'Akp, è all'87%. "Una lezione di democrazia", l'ha
definita Erdogan che ha poi aggiunto: "I risultati sono chiari.
Spero che nessuno danneggi la democrazia gettando ombre
sull'esito del voto per nascondere il proprio fallimento".
In una giornata di forte tensione, con denunce di brogli in
molti seggi, soprattutto nel sud-est curdo, sono stati fermati
anche 10 osservatori elettorali stranieri, nelle urne per conto
dell'Hdp. Tra loro, anche 4 italiani, tre dei quali rilasciati
poco dopo essere stati bloccati dalla polizia a Diyarbakir
perché accusati di non avere un regolare accredito. Fino a
stasera era invece ancora in stato di fermo un'italiana fermata
a Batman, centro minore sempre nel sud-est, identificata come
Christina Cartafesta. In queste ore, le autorità italiane in
Turchia seguono il caso. (ANSAmed).
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Erdogan trionfa in Turchia. Sfidante, accetto sua vittoria
Boom nazionalisti gli lascia anche il controllo del Parlamento