(ANSAmed) - LUBIANA, 22 MAG - In vista delle elezioni
anticipate in programma in Slovenia il 3 giugno prossimo, in
testa alle preferenze - secondo un sondaggio elaborato la scorsa
settimana per Radiotelevizija Slovenija - figura il Partito
democratico sloveno (Sds, conservatore) con il 15,4% davanti
alla lista del sindaco di Kamnik, Marjan arec (LMS), unico altro
partito in doppia cifra con il 10,6%. Seguono i
Socialdemocratici (SD) con il 6,5% e la Sinistra (Levica) con il
4,8%, mentre l'attuale partito di maggioranza SMC è quinto con
il 4,6%. Tuttavia il partito più consistente rimane quello degli
elettori indecisi, ben al di sopra del 20%. Al voto che si
terra' fra due settimane sono 1.637 i candidati che si
contenderanno i 90 seggi dell'Assemblea nazionale, con 12
sindaci alla ricerca di un incarico politico nazionale e 68
parlamentari che corrono per la riconferma.
La campagna elettorale è entrata nel vivo con dibattiti
incentrati piu' su accuse agli avversari che non sui contenuti.
Anche il presidente della Repubblica, Borut Pahor, è stato
chiamato in causa dalla commissione parlamentare d'inchiesta su
un possibile tentativo di riciclaggio di denaro tramite la Nova
Ljubljanska Banka (NLB), un episodio che risale al biennio
2009-2010, quando Pahor era capo del governo. In sospeso nei
lavori della commissione anche la situazione relativa alla NKBM,
l'istituto di credito di Maribor tramite il quale a settembre
scorso sono transitate centinaia di migliaia di euro destinati
al Partito democratico sloveno (Sds), maggiore forza di
opposizione guidata dall'ex primo ministro Janez Jana.
E le posizioni in tema di immigrazione dei conservatori
dell'Sds hanno acceso il confronto politico. In un dibattito
pubblico Branko Grims, deputato SDS, ha detto che la Slovenia
dovrebbe allearsi con i paesi del Gruppo di Visegrad e con
qualunque altro paese dell'Ue contrario alle quote migranti.
Solo questo garantirebbe la sicurezza nazionale, ha detto Grims,
che ha anche proposto di eliminare finanziamenti pubblici a
varie organizzazioni non governative, come l'Istituto per la
Pace, che non portano benefici allo sviluppo del Paese.
Rappresentanti degli altri maggiori partiti hanno criticato
in modo compatto le esternazioni di Grims, a partire dal Primo
ministro, Miro Cerar, che ha ribadito come la Slovenia non sia
interessata ad allinearsi alle politiche dell'Ungheria di Orban,
molto vicino a Jana. (ANSAmed).
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Slovenia: elezioni 3 giugno, conservatori in testa sondaggi
Campagna piena di accuse reciproche, pochi programmi