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Unitalsi apripista su orme di Sacra Famiglia

In Egitto a fine maggio con malati. Governo, garantita sicurezza

Redazione Ansa

(di Nina Fabrizio) (ANSAmed) - IL CAIRO, 14 FEB - Ci saranno anche disabili e malati nel pellegrinaggio che l'Unitalsi compirà a fine maggio in Egitto, il primo organizzato a livello italiano sulle orme del cammino della Sacra Famiglia nella terra che, secondo la tradizione, ha ospitato per oltre tre anni Gesù, Giuseppe e Maria in fuga da Erode. Un cammino-apripista che vedrà la partecipazione iniziale di una cinquantina di pellegrini. L'Egitto, che dopo le crisi e i rivolgimenti innescatisi con lo scoppio della Primavera araba nel 2011, una lunga scia di attentati terroristici ed anche casi come quello della misteriosa scomparsa di un volo Egyptair nel Mediterraneo nel maggio 2016 - eventi che hanno inflitto un duro colpo al turismo locale in cui sono coinvolti almeno 5 milioni di egiziani -, cerca ora di guardare oltre favorendo con risorse ad hoc e il lancio di una specifica campagna da parte del ministero del Turismo, la ripresa dei pellegrinaggi. Lo stanziamento per le infrastrutture è stato di 400 milioni di lire egiziane, quasi 20 milioni di euro mentre l'obiettivo è quello di arrivare a un milione di pellegrini l'anno. In quest'ambito è nata la collaborazione con l'Unitalsi che è stata rafforzata nei giorni scorsi grazie a un viaggio esplorativo dell'organizzazione, servito per mettere a punto i dettagli, verificare le condizioni del terreno, ed ottenere dal governo egiziano assicurazioni sia per quanto riguarda la sicurezza dei pellegrini, sia sotto il profilo della rimozione delle barriere architettoniche. Si sono così definite le tappe di un pellegrinaggio che l'Unitalsi compirà agganciandolo a quello classico della Terra Santa e quindi partendo da Betlemme, attraversando in pullman la penisola del Sinai con sosta al monastero di Santa Caterina, per poi risalire il delta del Nilo visitando i monasteri ortodossi di Wadi El Natroun e infine l'arrivo al Cairo, con le visite alla Chiesa di San Giorgio che racchiude la grotta dove si rifugiò la Sacra Famiglia e la Chiesa della Santa Vergine a El Maadi dove ancora oggi si trova la scala di pietra usata da Gesù, Giuseppe e Maria nella loro discesa alla riva del Nilo quando, sempre per sfuggire alla persecuzione di Erode, navigarono verso l'alto Egitto. "Il Cammino della Sacra famiglia - spiega ai giornalisti al seguito del viaggio il ministro egiziano del Turismo Rania Al-Mashat - è uno dei pilastri fondamentali per l'Egitto, ci aiuta a diffondere un messaggio di convivenza e tolleranza e anche il dialogo tra le religioni. Al rilancio di questo percorso ha dato impulso proprio la visita di Papa Francesco in Egitto, un'esperienza da cui vogliamo trarre i frutti maggiori per dire a tutto il mondo che l'Egitto è un Paese dove le religioni si incontrano". "Siamo pronti ad accogliere i pellegrini - assicura -, il cammino ha la priorità sia degli enti del Turismo sia da parte del ministero dell'Interno per quanto riguarda la sicurezza. C'è collaborazione e coordinazione costante tra il ministero del Turismo e le altre autorità". A curare gli aspetti organizzativi e logistici è stata Preziosa Terrinoni, presidente dell'Unitalsi Romana-Laziale.

"Siamo protetti dal ministero del Turismo dell'Egitto - spiega dopo l'incontro al dicastero egiziano -. Del resto, io penso sempre che non si è mai sicuri in nessuna parte del mondo.

Certo, evitare i problemi è saggio ma noi siamo sempre protetti da Qualcuno che sta al di sopra di noi". "Porteremo dei malati - prosegue -, dobbiamo essere sicuri anche che nei luoghi che percorreremo non ci saranno barriere architettoniche. In questo senso il ministero del Turismo ci ha assicurato che ci supporterà in un pellegrinaggio che per loro è importante ma che per i nostri amici sarà veramente la realizzazione di un sogno".

(ANSAmed).

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